Facebook ha rivelato ben 400 applicazioni truffaldine che raccoglievano i dati degli utenti a loro insaputa: ecco come è andata
Una truffa davvero in grande quella sventatat da Facebook riguardo ben 400 applicazioni truffaldine. L’azienda Meta ha scoperta che queste applicazioni, scaricabili tramite Play Store di Google (355) e nell’App Store di Apple (47) potevano rubare dati sensibili agli utenti.
Queste applicazioni sono infatti dei malware del genere spyware, software che potevano creare seri problemi agli utenti che le scaricavano.
Ma quale era lo scopo effettivo di queste applicazioni? Servizi rinominati come “Very Business Manager”, “Meta Business”, “FB Analytic” e “Ads Business Knowledge” avevano solo un’intenzione: rubare qualcosa dagli utenti che erano pronti a scaricarle per gli usi più disparati.
L’obiettivo di queste applicazioni fraudolente riguardava principalmente il fatto di dirottare le credenziali degli utenti cosi da poter rubare i loro dati sensibili.
Erano davvero difficili da riconoscere, dato che queste app erano in realtà “mascherate” come falsi editor di foto (circa il 40%), app per fotocamere, servizi VPN, reti private virtuali che affermavano di aumentare la velocità di navigazione e di ottenere l’accesso a siti Web bloccati, app per oroscopo, strumenti di monitoraggio del fitness.
Ecco dunque come è stata “fregata” l’azienda del multimilionario Mark Zuckemberg, che direttamente dal suo quartier generale di Palo Alto ha dovuto obbligatoriamente prendere delle contromisure ed inviare una avviso a circa 1 milione di utenti in cui comunicava che i loro dati potevano essere stati ottenuti illecitamente e nel quale si consigliava di reimpostare la password del proprio account.
Il direttore di Threat Disruption di Meta, David Agranovich, ha confermato in una nota ufficiale dell’azienda che non solo le app sono state cancellate definitivamente dall’Apple store, ma stando in contatto quotidianamente con Google, anche da qui le applicazioni sono state revocate, il tutto dato con questa comunicazione: “Tutte le app identificate nel rapporto non sono più disponibili su Google Play” – e proseguendo – “Gli utenti sono anche protetti da Google Play Protect, che blocca queste app su Android”.
Meta ha trovato app dannose sia nel Play Store di Google che nell’App Store di Apple. Mentre le app Android dannose erano per lo più app di consumo, come i filtri fotografici, le 47 app iOS erano quasi esclusivamente quelle che Meta chiama app di “utilità aziendale”.
“I criminali informatici sanno quanto siano popolari questo tipi di app e le usano per ingannare le persone e rubare i loro account e informazioni” ha detto Agranovich. “Se un’app promette qualcosa di troppo bello per essere vero, come funzionalità inedite per un’altra piattaforma o sito di social media, è probabile che abbia secondi fini”