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Cosa sta per succedere allo Spid: non ci crederai

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Scade la convenzione tra stato e gestori del servizio SPID, a rischio il sistema pubblico d’identità digitale.

Al termine dello scorso anno è scaduta la convenzione effettuata tra i gestori del servizio SPID e lo stato.

Nonostante l’AgID abbia disposto tempestivamente la sua rinnovazione automatica, la data di scadenza si avvicina nuovamente punto Ecco cosa succederà allo SPID dopo la prossima scadenza.

SPID: cos’è e cosa succederà adesso

Con il sistema pubblico di identità digitale o SPID, è possibile autenticarsi nei servizi online della pubblica amministrazione.

Lo SPID si avvale di alcuni gestori per l’identità che siano accreditati con l’agenzia per l’Italia digitale.

In Italia i gestori che forniscono il servizio di autenticazione digitale SPID sono diversi, a partire da Poste Italiane per finire con Aruba PEC e Register s.p.a.

La modalità di autenticazione tramite servizio pubblico d’identità digitale è stata prorogata fino al 23 aprile 2023, ed essa ha operato automaticamente a causa di una proroga d’ufficio dell’AgID.

Tuttavia, dato che ci sono dei problemi tra gestori del servizio e agenzia per l’Italia digitale, il servizio potrebbe venire stoppato definitivamente a seguito della nuova data di scadenza.

Il costo del servizio aumenta

Per portare avanti questo servizio, queste imprese ricevono mediante una convenzione con lo stato una somma pari a quasi un milione di euro.

Tuttavia, da quando più di 30 milioni di Italiani usufruiscono del servizio, il costo da sborsare per le aziende è aumentato di molto.

Inoltre il segretario Alessandro Musumeci spiega che gli operatori che offrono il servizio vogliono essere coinvolti in prima persona se ci saranno degli accordi tra il governo e l’agenzia federale digitale.

Le richieste degli operatori

Oltre a questo, gli operatori vogliono che la concorrenza sia limitata rispetto ad altri mezzi di autenticazione digitale. Solo in questo modo infatti il servizio potrebbe essere per loro molto vantaggioso dal punto di vista economico.

Se il dialogo tra le imprese che forniscono lo SPID e il governo non dovesse toccare questi punti, è molto probabile che dopo giugno 2023 Il servizio non andrà più avanti.

Il sistema pubblico d’identità digitale, quindi, potrebbe subire uno stop improvviso a far data da giugno 2023.

Uno dei fattori che ci fa pensare a questo è la dichiarazione rilasciata di recente da Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

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Egli, infatti, dato che la diffusione della CID si appresta a diventare capillare, pensa che sia preferibile adottare la carta identità elettronica. Tuttavia, soltanto durante il 2022 più di un miliardo di autenticazioni online sono state effettuate con lo SPID.

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MarioAurelio Segreto