Attenzione a guidare l’automobile di qualcun altro! Potrebbero esserci delle conseguenze se vi fermano. Scopriamo quali.
A tutti, almeno una volta, è capitato di guidare l’automobile di un parente o un amico, ma non tutti sanno cosa può accadere se ci fermano alla guida di una vettura intestata a qualcun altro.
Prima di mettersi al volante di una vettura che non sia la propria, occorre sapere che, nel caso in cui si venisse fermati dalle forze dell’ordine, si rischia di prendere una multa molto salata.
In alcuni casi l’ammontare della multa può arrivare anche a 2.500 euro. La legge che si occupa di punire i trasgressori risale al 2014, ma ci sono anche dei casi in cui ci si può risparmiare la sanzione.
Bisogna specificare, infatti, che se ci si mette alla guida di una vettura di un familiare o convivente, non si rischia nessuna multa, mentre se l’auto è intestata ad una persona che non appartiene al nostro nucleo familiare, allora il rischio della sanzione c’è.
Per prima cosa, se non volete correre il rischio di essere multati, allora sarebbe bene non guidare una vettura che non sia la propria. Come abbiamo detto, però, in casi di emergenza può capitare di doverlo fare.
In questi casi bisogna cercare di “farsi prestare” l’auto da una persona che faccia parte della vostra famiglia ed evitare quella di un conoscente qualsiasi. Nel caso in cui dovessero fermarvi ad un posto di blocco, allora sarà compito delle Forze dell’Ordine effettuare le opportune verifiche. Vi ricordiamo però che anche nel caso in cui si stesse guidando la vettura di un familiare deceduto potrebbero multarvi. In questo caso occorre fare il passaggio di proprietà della vettura pagando l’imposta di bollo alla Regione di residenza e cambiare il nominativo del proprietario onde evitare sanzioni.
Ovviamente la multa avrà un importo diverso in base alle circostanze. Bisogna ricordare che se si guida la vettura di qualcun altro per oltre 30 giorni, senza aver segnalato annotando il nominativo sulla carta di circolazione, allora l’ammontare potrà andare da un minimo di 516,46 euro, fino ad un massimo di 2.500 euro circa. Il rischio maggiore da non sottovalutare è poi il ritiro della carta di circolazione.