Un particolare esemplare della vecchia 200 lire può fruttare dei guadagni impensabili. Vediamo di quale si tratta e per quale motivo oggi è così preziosa
Ritrovarsi tra le mani delle vecchie monete potrebbe significare avere un potenziale tesoretto a disposizione. Alcune infatti possono rappresentare una fonte importante di guadagno. Infatti gli appassionati numismatica sarebbero disposti a fare carte false pur di avere nella propria collezione alcuni di questi reperti.
Naturalmente non tutte le monete hanno lo stesso valore e questo è determinato da vari fattori come l’anno di produzione, gli errori di conio e chiaramente lo stato di mantenimento. In questa sede ci concentreremo sulla 200 lire (che presenta da un lato una donna che guarda verso destra e dall’altro un ingranaggio che simboleggia il lavoro), che in alcuni casi possono avere delle quotazioni inimmaginabili.
L’interrogativo sorge spontaneo: quanto può arrivare a valere? Come già anticipato il primo criterio di cui tener conto è l’usura. Una moneta che versa in uno stato ottimale e che non ha circolato più di tanto, si definisce in Fior di Conio. Qualora risulti “immacolata” si può ambire al massimo, mentre in caso contrario la valutazione per forza di cosa scende.
Andando nello specifico della 200 lire, quella che può rappresentare una bella forma di guadagno risale al 1978. In quell’anno sono state coniate con una tiratura differente rispetto al precedente (quando di fatto fu messa in circolazione). Per effetto di ciò una monetina dal valore nominale di 200 lire può permettere di guadagnare 3 euro.
Non male, ma al contempo nulla di eclatante. Il vero colpo è un altro, ovvero la moneta del medesimo anno che presenta un errore di conio. Presentano una mezzaluna sotto il collo della donna ritratta. Quindi chiunque tra le sue vecchie monete dovesse rinvenirne una con queste caratteristiche è chiamato a farne buon uso.
Nonostante si tratti di una moneta datata e con un valore piuttosto esiguo può rappresentare una fonte di guadagno da non trascurare. Stando alle stime di mercato può essere tranquillamente venduta a 200 euro, il che può sembrare decisamente grottesco per un pezzo andato in pensione oltre 20 anni fa.
D’altronde il mondo della numismatica è strano e al contempo ricco di sorprese. Per questo in generale quando si vuole vendere una moneta o una banconota appartenente al passato sarebbe opportuno passare per chi vive quotidianamente questo mercato, in modo tale da avere una maggior contezza di ciò a cui si va in contro.