Mutuo, tasso fisso o variabile? La scelta giusta per il 2023: impossibile sbagliare
La scelta del mutuo sull’acquisto di un immobile è sempre piuttosto ardua. Meglio optare per il tasso fisso o variabile? Come regolarsi nel 2023 alla luce degli ultimi sviluppi in merito
Acquistare una casa al giorno d’oggi è complicato e dispendioso. Al contempo è un desiderio piuttosto esplicito di ogni coppia che intende metter su famiglia, ma anche di giovani single alla ricerca della propria indipendenza. Nella maggior parte dei casi per compiere questo importante passo ci si affida ad un prestito bancario, meglio noto come mutuo.
Si tratta di uno strumento costruito ad hoc per chi intende procedere all’acquisizione di un immobile non avendo già a disposizione una cospicua somma di denaro. Naturalmente per poterlo ottenere sono necessari dei requisiti fondamentali, che inducano la banca a concedere il proprio benestare.
Solitamente possono richiederlo coloro che hanno una posizione lavorativa stabile, ovvero con contratto a tempo indeterminato, ma anche i lavoratori autonomi con degli introiti mensili di un certo rilievo. A rendere il tutto ancora più complicato in questa fase è la questione dei tassi di interesse in rialzo. Ed è qui che scatta un importante interrogativo. Meglio a tasso fisso o variabile?
Mutuo, tasso fisso o variabile? La guida completa per capire quale tra i due fa al proprio caso
Fino a luglio 2022 la scelta sembrava piuttosto semplice. Il tasso variabile infatti era il giusto compromesso per rendere adeguato il rapporto rata/reddito, mentre quello fisso poteva determinare un indebitamento piuttosto rischioso per il soggetto mutuatario. Il processo avviato dalla Banca centrale europea la scorsa estate ha però cambiato le carte in tavola.
Per effetto di ciò prima di effettuare la propria scelta al momento dell’investimento immobiliare, è bene considerare alcuni fattori imprescindibili. La capacità di reddito del richiedente è il primo punto da valutare. Ad esempio è opportuno capire se il salario rimarrà stabile o può aumentare nel corso del tempo. Si pensi ad esempio ad un profilo in carriera. La durata del mutuo e l’importo richiesto sono altri fattori su cui ponderare adeguatamente. Alle volte pur di realizzare il “sogno” di rischia di chiedere una somma troppo alta in relazione alle proprie entrate.
Da non trascurare anche la propensione al rischio. Optando per il tasso variabile all’inizio può sembrare di aver intrapreso la giusta strada verso la convenienza, alla lunga però potrebbe non essere così visto che il mercato soprattutto in questa fase è soggetto a continui ribaltoni, non sempre positivi.
Ciò non toglie che successivamente si può anche optare per la surroga e quindi cambiare le condizioni del finanziamento. A prescindere da questa opzione, per evitare qualsiasi tipo di problematiche è consigliabile studiare in maniera meticolosa tutte le differenze che intercorrono tra i due tipi di tassi e rapportarli alle proprie condizioni di partenza. Solo in questo modo si possono sciogliere definitivamente tutti i dubbi.