Sigarette: perché non viene fatto lo scontrino? Il guadagno reale dello Stato
Per la vendita delle sigarette e derivanti del tabacco non è richiesto lo scontrino fiscale, ma per quale motivo.
La popolazione di fumatori in Italia è davvero elevata: secondo i dati Istat del 2021, i fumatori sono quasi 10 milioni, 22% gli uomini e 15% le donne con una fascia media di età che si aggira tra i 25 e i 44 anni. In media 1 persona su 4 in Italia fuma.
Gli aumenti delle sigarette che sono previsti per quest’anno sono di 20 centesimi a pacchetto, l’accisa sulle stesse si alza rispetto all’anno scorso da 23 euro a 36 euro ogni 1.000 sigarette. L’anno 2024 invece, vedrà l’accisa a 36,50 euro nel 2024 e 37 euro nel 2025.
L’obbiettivo del ministro della Salute è quello di ridurre la popolazione di tabagisti entro il 2040, attuando anche restrizioni sulle zone fumatori, ma questo significherebbe in qualche modo anche la perdita di un’entrata allo Stato non da poco.
Sebbene, non ci sia alcuna fatturazione per il rilascio delle sigarette, Lo stato guadagna una buona percentuale sull’accisa delle sigarette e tabacchi. Anche le sigarette con tabacco riscaldato (sigarette elettroniche contenenti tabacco), rientrano nella categoria esonerata dallo scontrino ma soggette ad IVA e accisa. Vediamo insieme di quanto di tratta e del perché un tabacchino non lascia per legge lo scontrino per l’acquisto delle sigarette.
Perché il tabacchino non lascia lo scontrino per le sigarette
Per le sigarette e tabacco in genere, il tabacchino non è in alcun modo tenuto al rilascio dello scontrino in quanto questi prodotti (come i gratta e vinci e le lotterie in genere), sono sottoposti ad accise. In quale modo paghiamo quindi le tasse delle sigarette se non è necessario lo scontrino?
Il prezzo delle sigarette che acquistiamo è suddiviso in accisa, IVA, ricavo e quota al fornitore. Questo significa nel costo totale delle sigarette abbiamo una buona parte di tasse. Un tabaccaio guadagna il 10% sulla vendita del singolo pacchetto di sigarette, il resto è suddiviso nelle altre parti.
La cessione dei tabacchi è esonerata per legge dall’emissione dello scontrino, ai sensi del dpr 21/12/96, n.969. Secondo L’Agenzia Accise Dogane Monopoli di Stato, L’IVA sulle sigarette e tabacchi lavorati, è fissa al 22% e l’onere fiscale minimo (IVA + accisa) nel 2023 è pari a 199,72 euro per kg/1.000 sigarette. Questo discorso vale anche per i Tabacchi da inalazione senza combustione, ossia i prodotti elettronici contenenti tabacco, per quest’ultimi l’accisa prevista è del 36% con aggiunta dell’IVA; motivo per cui, neanche per i tabacchi senza combustione deve essere emesso lo scontrino d’acquisto.