L’inflazione non lascia scampo alle tariffe telefoniche, arrivano gli aumenti
Come se tutti gli aumenti già nel mercato non bastassero, per il prossimo futuro saranno previsti anche gli aumenti delle tariffe telefoniche di alcune delle società più famose.
Due dei più grandi e noti nomi della telefonia italiana hanno già annunciato che nel 2024 i propri clienti dovranno sborsare parecchi soldi in più per ottenere lo stesso servizio di sempre al fine di sopperire ai costi dell’inflazione che hanno colpito anche il settore delle comunicazioni.
Ancora una volta le società di telefonia non si smentiscono, infatti è stato trovato un nuovo pretesto per modificare ulteriormente i contrati stipulati con i clienti in maniera unilaterale. L’inflazione in Italia negli ultimi mesi ha raggiunto l’incredibile picco dell’11.8%, causando aumenti su tutti i campi, dalle utenze al carburante, passando per i beni di prima necessità ed i prodotti alimentari.
Uno dei pochi settori che fino ad ora era rimasto invariato è proprio quello delle telecomunicazioni, peccato però che sia WindTre che Tim abbiano già comunicato che presto tutti i loro clienti dovranno subire dei rincari sui prezzi degli abbonamenti e delle tariffe. Le modifiche avverranno intorno al 2024 ma non è detto che le compagnie non possano decidere di anticipare le procedure.
Gli aumenti che saranno imposti non potranno superare il 10%, tuttavia nuove modifiche potrebbero colpire gli utenti durante l’arco dei prossimi anni. Nelle sue comunicazioni Tim ha affermato che lascerà 15 giorni di tempo prima di validare gli aumenti, lasciando il tempo ai clienti (che saranno contattati anche singolarmente) di cambiare abbonamento o gestore telefonico.
Di quanto aumenteranno le tariffe telefoniche
Secondo le stime gli aumenti previsti per le tariffe si aggirano attorno a 1 o 2 euro, e solo per i gestori Wind-Tre e Tim. Le associazioni dei consumatori però hanno formato un fronte unito contro queste modifiche ai contratti ed hanno inviato una comunicazione direttamente al Governo, richiedendo una riduzione dell’IVA o un pagamento extra da parte dello Stato per coprire le spese che altrimenti sarebbero destinate ai cittadini.
Una delle soluzioni che non è stata presa in considerazione è l’esempio di Iliad, che in Francia durante gli scorsi mesi ha provveduto a modulare i propri consumi in base alla richiesta dell’utenza, abbassando la potenza dei ripetitori nelle fasce orarie notturne, in cui il traffico è ridotto all’osso.
Grazie a queste modifiche Iliad è riuscita a non alzare i prezzi degli abbonamenti dei propri clienti, mantenendo una delle promesse più iconiche della società, ovvero l’assenza totale di aumenti alle proprie tariffe.