Uscire dal proprio stato di famiglia pur mantenendo la stessa residenza è possibile, ma solo in alcuni casi specifici
Lo stato di famiglia è un elemento determinante, soprattutto quando il cittadino chiede sostegni dallo Stato. Tuttavia, se il nucleo composto dal proprio stato di famiglia è in presenza di molti componenti che hanno un reddito tale da far “lievitare” l’Isee, la richiesta di incentivi quali reddito di cittadinanza e bonus specifici, risulterà influenzato notevolmente dal reddito complessivo, con il rischio di non accedere alle agevolazioni. In questo caso, entrano in gioco delle informazioni che è importante conoscere onde evitare problemi di questo tipo. Vediamo quindi, la differenza tra stato di famiglia e residenza, in modo che possiamo capire in quali casi è possibile separare le due cose in modo da trarne benefici economici.
Lo stato di famiglia riguarda le persone che convivono, ma solo nel caso in cui siano legate da un vincolo di matrimonio, parentela, di affinità, di tutela o vincolo affettivo. Pertanto, due coinquilini che condividono la stessa abitazione, ma non condividono nessun legame di questo genere, non compongono uno stato di famiglia. Nel caso in cui il figlio risiede nella stessa abitazione ma ha un reddito indipendente e non contribuisce alle spese familiari, questo rientrerà nello stato di famiglia perché tra i coinquilini c’è un legame di parentela.
Il nucleo famigliare ha una valenza differente: a differenza dello stato di famiglia, il nucleo famigliare comprende tutti i soggetti che sono economicamente a carico (tipo minori), a prescindere se residenza sia la stessa o meno. Se per esempio, un figlio risiede all’estero per gli studi, rientrerà comunque nello stesso nucleo familiare in quanto mantenuto economicamente dai genitori, seppur a distanza. Nel caso in cui il figlio lavora, esce automaticamente dal nucleo familiare. Questo discorso vale anche per un coniuge non legalmente separato: l’ex marito che vive in una diversa residenza ma non c’è stata una vera separazione legale, rientra nel nucleo familiare anche se non è più nello stato di famiglia a causa della nuova residenza.
Per legge, sono considerati familiari a carico, membri della famiglia che hanno un reddito lordo inferiore a 2.840,51 euro. Per quanto riguarda i figli, sono considerati a carico coloro che dispongono di un reddito inferiore a 4.000 lordi annui. In questi casi, infatti, i componenti in questione non sono abbastanza autonomi economicamente per considerarsi “non a carico”.
Da questa ricomposizione della situazione economico- legale, possiamo dedurre che uscire dallo stato di famiglia senza cambiare residenza conviene solo nel caso in cui i componenti non siano a carico della famiglia, bensì autonomi economicamente: situazione che alzerebbe il reddito complessivo. Nel caso in cui i componenti sono a carico dei familiari, questa situazione può essere utilizzata per trarne vantaggio al fine di ottenere numerose agevolazioni. Alla luce di ciò, vediamo dunque come è possibile uscire dallo stato di famiglia pur mantenendo la stessa residenza.
Per uscire legalmente dallo stato di famiglia, pur essendo familiari residenti nella stessa abitazione, è necessario trasformare l’unità immobiliare in cui si abita, in due appartamenti separati per mezzo di un intervento edilizio.
All’apparenza può sembrare un’operazione alquanto complessa, ovviamente lo è, ma se la condizione è tale da avere questa forte necessità, spesso questo viene fatto, anche in caso di abitazioni bifamiliari, laddove si necessita di una maggiore privacy tra le due famiglie. Questo ovviamente è necessario per uscire dallo stato di famiglia in maniera totalmente legale.