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Tfr lievita come il pane: soldi in più percepiti dai lavoratori dipendenti

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Il trattamento di fine rapporto diventa una manna dal cielo per tutti coloro che sono in difficoltà dopo la perdita del lavoro: ecco come si alzerà il pagamento da parte delle aziende.

Un aumento tra i tanti che almeno fa sorridere: sarà infatti automaticamente aumentato il trattamento di fine rapporto (Tfr) in base proprio all’inflazione.

La legge ha delle regole ben precise per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto, ovvero viene regolamentato “in ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto ad un trattamento di fine rapporto sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5”.

“La quota inoltre è proporzionalmente ridotta per le frazioni di anno, computandosi come mese intero le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni”.

Inoltre ogni fine dell’anno il tfr viene automaticamente aumentato sulla base di “un tasso costituito dall’1,5 per cento in misura fissa e dal 75 per cento dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati” comunicato dall’Istat, “rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente”. In questo prossimo anno l’aumento del tfr sarà circa del 10%.

Tfr e Tfs anticipati dall’INPS: ecco in che modo succede

Sembrerebbe che per i pensionati che devono ricevere Tfr e Tfs l’INPS anticiperà il pagamento con un tasso agevolato dell’1% oltre la spesa dello 0,5%.

Quando parliamo di Tfr ci riferiamo al trattamento di fine rapporto, o come la stiamo chiamando liquidazione, è il pagamento al lavoratore subordinato per la cessazione del lavoro, ma con il decreto legislativo 5 dicembre 2005 n. 252 è stata emanata una riforma che da destinazione ai fondi del Tfr per le pensioni.

Per Tfs parliamo invece di Trattamento di fine servizio ovvero la conclusione del rapporto lavorativo che si riferisce ai dipendenti pubblici statali assunti prima del 1º gennaio 2001. Per i dipendenti degli enti locali è talvolta detta “indennità di fine servizio”.

Il Consiglio di amministrazione dell’Istituto ha infatti deciso questo anticipo per risparmiare ai dipendenti pubblici l’attesa, dato che spesso all’età pensionabile questi ottenevano i loro minimi 50.000€ di pensione a rate, a volte anche suddivise in più parti se la pensione è più alta di quella cifra.

Il problema più grande fino ad ora per i dipendenti pubblici riguardava dunque la rateizzazione della liquidazione, che poteva essere ricevuta solo con 50000 euro anticipati, che per molti corrispondeva a solo la metà dell’importo, più altri 50000€ euro dopo 12 mesi, più l’eventuale rimanente dopo 24 mesi.

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In genere poi i dipendenti potevano chiedere l’anticipo solo a un istituto di credito per un importo massimo di 45mila euro.

Ora questo anticipo dato direttamente dall’INPS verrà preso dal Fondo Welfare che è alimentato con lo 0,35% delle retribuzioni dei lavoratori pubblici e sarà accreditato regolarmente in 75 giorni.