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Se lavori tanto al computer in ufficio hai diritto a degli occhiali pagati dall’azienda

occhiali da sole
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La Corte di giustizia dell’Unione europea si esprime su un caso riportato da un Tribunale romeno ed inizia a valutare l’ipotesi di quando sia necessario per l’azienda pagare occhiali da vista ad un dipendente.

Quotidianamente i combattimenti e le lotte tra dipendenti e superiori a lavoro sono all’ordine del giorno: cosa è giusto e cosa è sbagliato? Quali sono i limiti della correttezza da parte dell’azienda o della furbizia da parte del dipendente?

Il caso che viene citato riguarda la curiosa storia di un dipendente dell’Ispettorato generale per l’immigrazione del dipartimento di Cluj in Romania: il signore in questione avrebbe infatti citato in giudizio l’azienda in cui lavora per una presunta mancanza di correttezza ai danni dello stesso, che avrebbe sostenuto una sostanziosa spesa di salute non rimborsata dall’azienda.

Si tratta di un paio di occhiali da vista che il medico avrebbe consigliato, date le forti problematiche della persona e che sarebbero costati in tutto più di 2000 lei romeni, ovvero circa 500 euro.

Dunque cosa ha fatto in questo caso il citante per essere rimborsato della spesa, a suo avviso, ingiustamente sostenuta?

La battaglia legale: ecco cosa è successo

Sembrerebbe che il primo passo sarebbe stato il ricorso al Tribunale Distrettuale di Cluj per richiedere il rimborso dei danni per la forte spesa sostenuta, ma questo non sembrerebbe andato bene. Il ricorso infatti gli sarebbe stato negato, come previsto secondo il tribunale dall’articolo 14 del decreto governativo n.1028/2006 che non prevederebbe rimborsi sull’acquisto di strumenti correttivi, ma solo il loro acquisto da parte dell’azienda in casi speciali.

Il dipendente però non si è dato per vinto ed ha presentato un nuovo ricorso direttamente all’Alta Corte di Cluj chiedendo di cancellare la precedente decisione e di accettare il suo rimborso. E dato che a volte la tenacia ripaga, il secondo ricorso sembrerebbe essere andato in porto.

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Infatti la corte si è appellata ad un’altra legge, l’ articolo 9, comma 3, della direttiva 90/270, il quale prevederebbe che l’azienda è obbligata a fornire o a rimborsare le spese per speciali strumenti correttivi che vanno utilizzati sul lavoro da parte dei suoi dipendenti e tra questi strumenti si ritrovano anche occhiali da vista e lenti a contatto.

Dunque alla fine sembrerebbe che la giustizia abbia fatto il suo corso, avendo la meglio. Probabilmente la questione avrà diviso l’opinione pubblica.