Nel 2023 vedremo molti cambiamenti per quanto riguarda le varie tasse da pagare: ecco cosa ci dobbiamo aspettare con l’arrivo del nuovo anno e quanto dovremo sborsare.
Si avvicina il nuovo anno e già ci si preoccupa per ciò che bisognerà pagare: le nuove tasse del 2023 sono già confermate. A parte TARI, IMU, TASI, IRPEF, IVA, Bollo auto e Canone RAI che come sempre vengono riconfermate per la nuova annualità, arrivano ulteriori spese e imposte.
Questo soprattutto dopo la presentazione della nuova Legge di bilancio del 2023 che ha portato vari cambiamenti nella richiesta di nuove imposte e nell’aumento di accise e tasse per i cittadini.
A livello fiscale premettiamo che non ci sono grandi novità, ma ovviamente hanno influito molto i vari aumenti dei costi legati all’inflazione e all’aumento del costo della vita.
Quindi quali sono le prossime spese ed i prossimi aumenti che coinvolgeranno gli italiani?
Partiamo con l’aumento delle accise sulle sigarette che sarà davvero sostanzioso, si parla infatti di un passaggio dal 30% del 2021 al 35% nel 2022 fino ad arrivare al 40%.
Il cambiamento molto importante che riguarda l’aumento delle accise sulle sigarette che dunque saliranno di prezzo a partire dal 2023 di ben 0,70 centesimi a pacchetto. Ecco le statistiche di aumento: nel 2023 sarà di 36 euro per 1.000 sigarette, in pratica poco più di 70 centesimi medi per un pacchetto da 20, per l’anno 2024 sarà 36,50 euro e, a partire dall’anno 2025, sarà 37 euro per 1.000 sigarette.
Le accise che i tabaccai pagano comunque non sono solamente sulle sigarette, ma su qualsiasi oggetto che contenga tabacco: sigari, il tabacco da fiuto e da mastico, da pipa, da inalazione.
Il prezzo finale, ovvero quello di vendita al pubblico, viene fissato dall’Agenzia Dogane e Monopoli e si può chiamare in differenti accezioni, come accise, Iva, aggio, quota al fornitore.
Altro importante cambiamento promosso dal Governo è il cambio delle aliquote: Al momento le percentuali per aliquota Irpef attive al 2022 sono: il 1° scaglione fino a 15 mila euro con il 23% di aliquota; il 2° scaglione tra i 15 ed i 28 mila euro con il 25% di aliquota; il 3° scaglione da 28 a 50 mila euro con un’aliquota del 35%; infine il 4° scaglione oltre i 50 mila euro con il 43% di aliquota.
In caso di un prossimo cambio a tre aliquote, quindi resterebbero attive la più alta e la più bassa, mentre le due centrali si unificherebbero in una percentuale del 27%.
Infine si parla anche di un cambio sul regime forfettario dove si permetterà di rimanere nella tassa piatta non più entro i 65000 euro annuali, ma fino a 85 mila euro annuali.