Bisogna accettare la prima offerta di lavoro (congrua o meno) e i giovani devono completare l’obbligo scolastico
Le promesse del Governo si fanno sempre più vive: il reddito di cittadinanza era, ed è ancora sul mirino del centrodestra. Purtroppo per molti non arrivano buone notizie in quanto la manovra figlia del Movimento 5 stelle sarà rimodulata a breve.
La commissione Bilancio della Camera ha introdotto alcuni emendamenti che vincoleranno i percettori del reddito di cittadinanza: chi non rispetterà gli obblighi perderà il sostegno e tra questi anche i più giovani che hanno abbandonato il percorso scolastico obbligatorio.
Non solo i giovani sotto il mirino ma anche chi potrebbe avvalersi della possibilità di rifiutare il lavoro offerto in quanto la proposta potrebbe risultare non congrua per il percettore.
Di parola e di fatto: il nuovo emendamento introdotto e firmato da Lupi (Noi Moderati), elimina definitivamente la parola “congrua” dal testo di legge. Un semplice dettaglio che secondo il Governo crea scompiglio, non a caso questa decisione ha generato non poche polemiche: la norma stabilisce che si ritiene “congrua” La proposta lavorativa che prende in considerazione la coerenza tra offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate; la distanza del luogo di lavoro dal domicilio (entro 80 chilometri) e i tempi di trasferimento attraverso i mezzi di trasporto pubblico (raggiungibile in 100 minuti).
Un’altra grande novità riguarderà i giovani, in particolare i percettori del reddito di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno completato l’obbligo scolastico.
Dal primo gennaio, infatti, i ragazzi tra i 18 e i 29 il proseguo del sussidio sarà condizionato dal proseguimento e completamento di studio della scuola dell’obbligo e alla frequenza di percorsi di formazione. I giovani che non rispetteranno questo requisito andranno incontro ad una sospensione del sussidio. A richiedere questa stretta è stato il Ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara che ha portato alla luce, secondo alcune analisi, uno scenario fino ad ora mai visto.
Secondo il Ministro, nel nostro Paese si contano 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni. Di questi ragazzi 11.290 possiedono soltanto il titolo di licenza media: “è inaccettabile moralmente: significherebbe legittimare e addirittura premiare una violazione di legge“. Motivo per cui, da gennaio 2023 non ci saranno esclusivamente strette per quanto riguarda le proposte di lavoro che verranno offerte ma il reddito sarà percepito esclusivamente dai ragazzi che completeranno l’obbligo scolastico, in quanto non deve rappresentare in alcun modo un disincentivo all’istruzione.