Tassi BTP alle stelle, buoni fruttiferi postali a rischio: gli investitori tremano
L’Italia e la sua situazione monetaria sono messe sotto torchio in questo periodo: tassi BTP alle stelle, i buoni postali invece?
Dopo le decisioni prese dalla Banca Centrale Europea, la politica monetaria italiana è in bilico. Il mercato teme infatti, un potenziale rischio di debito italiano peggiore di quello greco, non a caso i tassi BTP a 10 anni hanno raggiunto la percentuale del 4,33% con un aumento significativo di circa 20 punti base.
Motivo per cui la Bce ha deciso di rialzare i tassi d’investimento dei suoi clienti e di varare il Qt-Quantitative Tightening a partire da marzo: questo significa una riduzione degli asset acquistati (debito aziende e Stati messo sul mercato). La Bce, quindi, non reinvestirà nei bond posseduti e arrivati alla scadenza o vende quelli che già ha. Al ministro della Difesa Crossetto, questa decisione non è andata di certo giù, motivo per cui si è apertamente espresso contro la decisione della Bce. Il motivo di questo disaccordo è semplice.
Cosa comporta questa decisione del Bce? Ogni governo, per vendere obbligazioni dovrà affidarsi esclusivamente al mercato, con le sue possibili variazioni. In questo modo sarà quindi minore la domanda. I prezzi dei titoli di Stato si abbassano e crescono i rendimenti ossia gli interessi da pagare per colui che emette il debito. A confermalo è il documento ufficiale, dal prossimo marzo il programma acquisto di attività diminuirà drasticamente. L’Eurosistema non reinvestirà i pagamenti da capitale da titoli che scadranno a breve. Questo aumento dei tassi Bce può causare ripercussioni sui buoni fruttiferi postali?
Tassi BTP schizzati: ci sono ripercussioni per i Buoni Fruttiferi Postali
Dopo l’annuncio ufficiale arrivato dalla della Bce dell’aumento dei tassi, lo spread e i tassi sui BTP sono aumentati significativamente superando quelli della Grecia. La domanda che sorge spontanea: anche i tassi dei buoni fruttiferi postali subiranno serie ripercussioni?
Per fortuna no, in quanto tali titoli hanno un tasso fisso che cresce nel tempo e non risentono quindi, delle oscillazioni del mercato. Esclusivamente un Decreto-legge può modificarli, cosa già successa in passato ma questo accade raramente. I Buoni fruttiferi postali continuano ad essere lo strumento di investimento più amato ed utilizzato dagli italiani. Se hai intenzione di investire i tuoi risparmi questo risulta infatti, il metodo migliore.
Tutti i Buoni Postali non hanno costi di sottoscrizione e imposta di bollo, eccetto gli oneri, in più sono soggetti a una tassazione agevolata del 12,50% sugli interessi. La durata ha un massimo di 6 anni e ci sono vari Buoni Postali che si possono sottoscrivere in base alle proprie esigenze, vi lasciamo l’articolo in cui parliamo della differenza tra uno piuttosto che un altro nella di durata e nella rendita: Investire in Buoni fruttiferi postali: quale scelgo? Uno per ogni esigenza.