Reddito di cittadinanza e Meloni nel mirino: tra crisi economica e minacce
Il 2023 per i percettori del reddito di cittadinanza sarà un anno amaro e fatto di incertezze. Molti di loro pensano come affrontarlo
Il Governo di Centrodestra è stato chiaro in merito: l’obbiettivo è quello di capovolgere le carte in tavola, premiando un italiano che produce e mettendo dei paletti di fronte a chi percepisce il reddito di cittadinanza pur potendo lavorare.
Quindi sotto al mirino tutti i percettori del Reddito che pur essendo occupabili, hanno usufruito di denaro per 18 mesi per poi rinnovarlo. Il Governo non accetta più questa situazione e introdurrà dei paletti, ma a sentirsi minacciati, secondo il Governo, dovrebbero essere solo coloro che ne hanno usufruito in maniera inappropriata, ma la risposta del popolo non ha tardato a farsi sentire.
Molte, infatti, sono state le minacce che la Premier Meloni e sua figlia di 6 anni hanno ricevuto in questi giorni sui social network. Twitter è la piattaforma in questione, dove gli utenti esprimono in maniera libera i propri pensieri su temi anche di natura politica. Ma le parole sono state forti, e non sono passate di certo inosservate. Sono stati segnalati alcuni post da parte di un uomo, con al suo interno minacce di morte riguardanti la decisione del Governo di abolire il Reddito di Cittadinanza: “Se togli il reddito di cittadinanza ammazzo te e tua figlia”.
Una doccia fredda questa decisione per i cittadini che non accettano l’abolizione della misura del sostegno introdotto nel 2019 dal movimento 5 stelle. D’altra parte, molti sono i cittadini che approvano la decisione del Governo in quanto condividono appieno il suo pensiero. Ma come muterà il reddito nel 2023?
La riforma del Governo Meloni: paure e incertezze
La nuova proposta ha già preso vita in parte: La riforma del reddito di cittadinanza è stata infatti, già varata. L’esecutivo parla di una modifica del sostegno nel 2023 a fronte di una totale abolizione nel 2024. Una morte lenta del sostegno che andrà per gradi. C’è da sottolineare che le categorie in difficoltà (con figli minori, disabili ed anziani a carico) verranno tutelate in quanto dispongono di una reale necessità di percepire il sostegno – Leggi anche: Cosa succederà al reddito di cittadinanza? Il futuro del sostegno-.
Non solo i cittadini non accettano la misura, neanche il Movimento 5 stelle. Questo, infatti, è stato introdotto assieme al Superbonus 110% dal M5S, che non tollera quindi che venga toccato da terzi. Ma il nuovo Governo ormai ha deciso e di conseguenza avverrà il cambiamento dello stesso. Per molti percettori occupabili nel 2023 il reddito di cittadinanza sarà erogato per un massimo di otto mesi. Trascorso questo lasso di tempo, al percettore verrà sospeso il sostegno. A quel punto il cittadino dovrà trovare un’occupazione con l’aiuto dei nuovi strumenti di politiche attive nei centri per l’impiego, che verranno messe a punto dal Governo.
Aumenterà la povertà con questo esecutivo? Sarebbero proprio i genitori del reddito, ossia il Movimento 5 stelle, a prevedere un totale fallimento nella variazione e futura abolizione della riforma. Secondo loro, infatti, visti e considerato che i dati sulla povertà in aumento forniti da Caritas siano allarmanti quest’anno, l’abolizione di questo sostegno non farà altro che peggiorare la situazione attuale in Italia. Ovviamente a Giuseppe Conte non è andata giù la decisione ma speriamo vivamente che dietro le parole del ex Premier non si nasconda un velo di verità.