Legge di bilancio, sempre più fermento: i cambiamenti sono tanti
La Legge di bilancio del 2023 verrà molto presto presentata e si prevedono davvero moltissimi cambiamenti del Governo: dal taglio del Reddito di cittadinanza alla chiusura del Superbonus 110 alle pensioni.
Il nuovo decreto aiuti sta ancora facendo rumore nella prossima presentazione di bilancio del Governo Meloni. Sono in atto moltissimi cambiamenti davvero importanti, verranno confermati?
Si parte intanto dalla proposta sul Reddito di cittadinanza, già ufficialmente in fase di tramonto nel 2024, ma che potrebbe essere ulteriormente tagliato per gli occupabili: la proposta infatti di Maurizio Lupi, di Noi Moderati vorrebbe portare il reddito residuo da otto a sette mesi con la promessa di un risparmio di oltre 200 milioni di euro.
Una proposta che potrebbe allettare e non poco la premier Meloni, già fortemente nemica dichiarata del reddito istituito da Giuseppe Conte durante il suo mandato.
Quello del reddito però non è l’unico cambiamento in atto: altre questioni fortemente trattate nella legge sono infatti Superbonus e pensioni.
Legge di bilancio: sparisce il Superbonus, troppa speculazione creditizia
Lo stop al Superbonus è inevitabile, con i privati che non sanno cosa fare dopo aver iniziato i vari lavori di ristrutturazione compresi nei vari decreti e la speculazione che continua ad essere nitida. In questo contesto tutto si sta svolgendo molto lentamente e al momento si verifica una situazione in stand by.
Con la speculazione sui crediti, questi vengono acquistati non al 110% come prevederebbe appunto il Superbonus, ma per un periodo al 102% circa, mentre ad oggi addirittura all’85%. Questo coinvolge dunque sia come detto Poste, ma anche una serie di banche.
Unicredit ad esempio è costretta a smistare ben 20 miliardi di richieste e solo dopo la conclusione di queste potrà procedere con le richieste successive.
Legge di bilancio: pensione minima aumentata, ma non per tutti
Per quanto riguarda invece il discorso pensioni, il Governo sembrerebbe avere la reale intenzione di aumentare l’importo della pensione minima da 574 a 600€, ma attenzione: questa scelta non sarà valida per tutti i pensionati, ma solamente per quelli che hanno un’età maggiore di 75 anni.
Eppure anche se questo tema resta molto a cuore per il nuovo esecutivo, potrebbe comunque rivelarsi qualcosa di infattibile, dato che per effettuare questo investimento sul futuro dei pensionati italiani servirebbe una spesa complessiva di circa 800 milioni di euro, mentre al momento il tesoretto del nuovo Governo prevede una spesa di soli 560 milioni di euro.
Legge di bilancio: ancora lotte sul pagamento con pos o no
Questione dei pagamenti con Pos: sembrerebbe che, dopo aver anticipato una promessa di ridurre i limiti della possibilità di rifiutare il pagamento con carta a 30€, la situazione invece sia rimasta invariata alla prima scelta presa dal nuovo Governo Meloni, ovvero restare sulla soglia dei 60€.
Questo anche e con molta probabilità per le pressioni di Bruxelles, che aveva dichiaratamente contrastato la scelta di supportare i pagamenti contanti data dal favore dell’Italia, anche e soprattutto dopo lo scandalo che si sta verificando in questi ultimi giorni al Parlamento Europeo.
A farne le spese e lamentarsi i commercianti che stanno già protestando dicendo che non accetteranno carte entro quella soglia. La soluzione potrebbe rivelarsi solo se il Governo riuscisse ad arrivare ad accordi convincenti con i circuiti di pagamento come Nexi e Mastercard.