Assegno di mantenimento: cosa succede se il coniuge non paga
Il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento al ex congiunge e ai figli minori comporta delle conseguenze, sempre valutando caso per caso.
Spesso l’assegno di mantenimento è un tasto dolente per i congiungi separati, soprattutto se in presenza di figli. Dolente quanto delicato in quanto questa inadempienza può portare nel penale. Un assegno di mantenimento non versato non è solo una questione prettamente economica ma un comportamento di disinteresse e disprezzo da parte del ex coniuge e i propri figli minorenni o maggiorenni (nel caso non siano ancora autonomi economicamente) che hanno il diritto di essere mantenuti.
Un esempio lampante tratta il caso di un uomo che da tempo non versava l’assegno dovuto all’ex moglie e alla figlia. Quest’uomo ha subito una pena maggiore della media, il motivo è alquanto semplice. L’uomo sosteneva di non riuscire a far fronte all’assegno dovuto (in questo caso doppio perché le persone interessate sono madre e figlia), ma dopo accurate indagini è venuto a galla che l’uomo ometteva ben 3 entrate extra non dichiarate oltre lo stipendio. Ma non tutti i casi sono uguali, in alcuni infatti esiste realmente la condizione tale in cui la persona non può versare l’assegno di mantenimento.
Il mantenimento non versato: Quando è reato e quando no
Mantenimento non versato, quando è reato? Chi per Legge è dovuto a versare l’assegno di mantenimento del congiunge e degli eventuali figli, omettendo tale impegno, commette il reato di violazione degli obblighi familiari. Questa violazione implica la reclusione fino a un anno o, in alternativa, della multa fino a 1.032 euro. Questa è una modifica legislativa introdotta recentemente in quanto quest’obbligo viene spesso violato. Nei casi più blandi si andrà in contro ad una sanzione, nei casi più gravi ad una vera e propria reclusione. Questo secondo la formulazione dell’art. 570 del Codice penale. Il tutto riguarda solo chi «si sottrae agli obblighi di assistenza inerenti alla responsabilità genitoriale» e «fa mancare i mezzi di sussistenza ai discendenti di età minore». Visto che la Legge non entra sullo specifico delle condizioni di gravità di tale inadempienza, andranno valutati un insieme di fattori per determinare la pena.
Mantenimento non versato, quando non è reato? questa violazione è punibile solo in caso di volere e non di colpa. Bisogna quindi valutare attentamente le cause che hanno spinto il coniuge al mancato pagamento del mantenimento. Il fattore economico carente è il protagonista: può essere pronunciata l’assoluzione dal reato di omesso pagamento del mantenimento dei figli se per esempio la persona che deve versare il mantenimento ha perso il lavoro ed è quindi disoccupato. In questo caso, infatti, non si tratta di un’inadempienza voluta bensì una conseguenza. Neanche i ritardi lievi nel pagamento dell’assegno costituiscono un problema penale. Si arriva alla condanna quando il pagamento non viene effettuato da un certo lasso di tempo.
I rimedi civili per il mancato mantenimento
Cosa si può fare quando il mantenimento non viene pagato? Quando viene violato l’obbligo di versamento dell’assegno di mantenimento a partire da due mensilità non corrisposte si può procedere nei seguenti modi.
In Primis verrà inoltrata al coniuge una lettera di diffida con un tempo di scadenza prestabilito (15/30 giorni ad esempio), dove si chiede di pagare l’importo dovuto onde evitare vie legali e giudiziarie. Dopodiché bisognerà inviare al coniuge debitore un atto di precetto, che anch’esso intimiderà il debitore a saldare l’intero importo entro 10 giorni dall’avviso. Nel caso in cui, il debitore dopo i due avvisi non ha ancora saldato l’importo, si potrà procedere al pignoramento dei beni mobili o immobili o addirittura stipendio, pensioni e somme depositate. Il pignoramento si interromperà al raggiungimento della quota dovuta.
Nel caso i n cui il debitore dichiara di disperdere i propri beni per sottrarli al pignoramento, si può chiedere al giudice il sequestro conservativo di tutti i beni pignorabili, così da bloccarne la vendita ma anche la donazione od eventuale distruzione. Nei casi più gravi si può anche procedere alla richiesta di affidamento esclusivo dei figli, motivandolo al giudice il disinteresse mostrato dal genitore nei confronti dei propri figli.