Rate stornate: i rischi degli addebiti ricorrenti quando il conto è vuoto
Un conto corrente in rosso è di per sé innocuo se non fosse per un piccolo dettaglio: I pagamenti ricorrenti. In alcuni casi è possibile essere segnalato come cattivo pagatore.
Può capitare di ritrovarsi il conto in rosso, ma bisogna fare attenzione visto che le regole in materie da qualche anno sono cambiate.
Gli addebiti ricorrenti in questo caso sono i protagonisti: le rate non accreditate correttamente possono portare il titolare a essere segnalato al Crift come cattivo pagatore, ma solo in alcuni casi. Vediamo insieme quali.
Nel momento in cui un finanziamento si trova davanti ad un conto corrente vuoto, c’è la possibilità di essere segnalati dalla banca stessa, nei sistemi d’informazione creditizia, situazione che creerebbero non pochi problemi, a citare questa possibilità sarebbero proprio le attuali leggi in vigore.
Le regole Europee vigenti mostrano come ci sia una reale possibilità di diventare morosi molto più velocemente di quanto poteva succedere fino a qualche anno fa. Esistono determinati paramenti da tenere in considerazione. Il regolamento, spiega la Banca d’Italia, prevede somme e tempistiche ben precise, molti istituti hanno tali soglie molto ristrette. Quando il conto corrente si presenta privo di denaro, vengono bloccati tutti i pagamenti automatici. La banca non copre più i pagamenti mandando il conto sotto, ma storna i pagamenti.
Pagamenti ricorrenti e conto in rosso: il rischio di essere segnalati come cattivo pagatore secondo la legge
Ormai tutti utilizzano l’addebito ricorrente, pratica comoda quanto in alcuni casi rischiosa. Questa permette di pagare le rate di finanziamenti e bollette in automatico senza bisogno di effettuare ulteriori operazioni. Tuttavia bisogna rispettare le scadenze previste, garantendo credito disponibile sul proprio conto. Il regolamento in vigore prevede che in assenza di credito, il pagamento viene bloccato. In questo caso, le conseguenze dipendono dal servizio con cui si ha il credito. Le banche non coprono quindi il pagamento.
La segnalazione come cattivo pagatore al Crif avviene in base al tipo di contratto che si è stipulato e in quanto dovrebbe contenere o meno una clausola di sconfinamento. Questa clausola permette al cliente la possibilità di andare in rosso con il conto bancario al fine di saldare il pagamento ricorrente. Quando non è presente alcuna clausola, la legge stabilisce le condizioni entro in quale un debitore può essere considerato un cattivo pagatore: ritardo di 90 giorni dalla data del pagamento (180 se si tratta di amministrazioni pubbliche); il debito supera la soglia di 100 euro; Viene superata la soglia di 500 euro (nel caso si trattasse di imprese); l’esposizione complessiva verso una controparte supera l’1%.
C’è da precisare che la maggior parte dei conti in rosso resta in questa condizione per un massimo di 90 giorni. Bisogna considerare gli accrediti ricorrenti del titolare del conto (stipendio, pensione, ecc..). In questi casi la banca, conoscendone le tempistiche permette al cliente di sconfinare i pagamenti coprendoli così da non far superare le scadenze previste. Altro caso invece, quello di un cliente che per 90 giorni ha avuto il conto in rosso con uno scoperto del 1%. In quel caso la banca potrebbe offrire come soluzione l’apertura di un fido sui cui fare affidamento per il conto temporaneamente in rosso. Nei casi più gravi esiste la possibilità che la banca proceda a segnalare il cliente alla Centrale rischi finanziari, che certificherà l’inaffidabilità del cliente nei confronti dei pagamenti.