Ufficiale: nel 2023 ci sarà un aumento in busta paga a coloro che pur potendo andare in pensione, decidono di proseguire l’attività lavorativa.
Il 2023 sarà ricco di novità, una di quelle è proprio il ritorno del Bonus Maroni. Nella Legge di Bilancio, infatti, è stata introdotta questa misura ai fini di incentivare il lavoratore a proseguire l’attività lavorativa.
Il pensionato, infatti, potrà scegliere se andare in pensione a 62 anni con Quota 103 e 41 anni di contributi, o scegliere di proseguire il lavoro e ricevere un maxi-aumento in busta paga.
Il cosiddetto Bonus Maroni era già stato introdotto nel 2004 dall’ex ministro Welfare Roberto Maroni, che purtroppo è deceduto il giorno in cui il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra nella legge di Bilancio 2023. Questo incentivo nasce con l’obbiettivo di contenere la spesa pensionistica elevata.
Nel 2023 verrà quindi reintrodotto questo Bonus che fungerà come nel lontano 2004. L’aumento in busta paga, secondo Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti ammonterebbe a un 10%, voci di corridoio sostengono che sarà addirittura maggiore.
Come detto in precedenza, verrà ufficialmente introdotto il nuovo Bonus Maroni nel 2023, volto ad incentivare i lavoratori a cui spetterebbe la pensione anticipata a continuare a lavorare. Si tratta infatti di un incentivo volto a ritardare l’accesso alla pensione. Negli anni in cui si rimane al lavoro, si gode del taglio del cuneo fiscale e non solo. Proprio perché l’intera quota di contributi viene erogata in busta paga invece di essere versata all’Inps. Lo stipendio lordo rimane così lo stesso da non pesare economicamente all’azienda.
Sarà il lavoratore stesso, una volta raggiunta l’età pensionistica, a decidere se beneficiare del Bonus maroni attraverso due possibilità: la prima è quella di continuare a versare contributi, così da aumentare l’importo della pensione negli anni successivi o sennò di usufruire del Bonus Maroni congelando quindi il proseguo del versamento contributivo, ricevendo i contributi successivi sotto forma di aumento di busta paga. In parole semplici, dal momento in cui si usufruirà dell’aumento, il lavoratore congelerà l’importo futuro della pensione. Potrà usufruire di questo Bonus chi ha raggiunto i requisiti contributivi dettati dalla Quota 103. Ossia chi ha compiuto almeno 62 anni e ha maturato almeno 41 anni di contributi. L’aumento ammonterebbe a un 10% dello stipendio, ma si parla di percentuali più alte. L’intera contribuzione versata per conto del dipendente viene erogata in busta paga.
Ma il Bonus Maroni conviene davvero? Ovviamente sta alla persona decidere quale strada intraprendere in quanto una volta usufruito del bonus, i contributi successivi non saranno versati e al lavoratore resta una quota maggiore sullo stipendio mensile, ovviamente a chi ha maturato una svariata quantità di contributi, non interesserà questo “dettaglio”. L’aumento dello stipendio alletterà in molti, e sarà al cittadino il compito di prendere la strada migliore alle proprie esigenze.