Quota 103 penalizza le donne? Vediamo cosa cambia da Quota 102
Quota 103 favorisce davvero gli uomini e penalizza le donne? Ecco cosa cambia per le pensioni, vediamo nel dettaglio.
Alcuni dicono che con Quota 103, le donne, come al solito, saranno penalizzate rispetto agli uomini. Rispetto a Quota 102, adesso si potrà andare in pensione anticipata a 62 anni di età e con almeno 41 anni di contributi versati.
Ma saranno davvero penalizzate le donne? Quota 103 prevede che il contribuente debba versare 3 anni in più di contributi rispetto a Quota 102 e questo sembrerebbe penalizzare le donne. Le donne, infatti, avrebbero molti meno anni di contributi versati rispetto agli uomini.
Al momento, secondo le stime dichiarate dall’Inps, sarebbero circa 8 mila contribuenti ad avere diritto alla pensione anticipata con Quota 103, ma di questi 8 mila, la maggior parte sembrerebbero essere uomini.
In una certa misura, però, Quota 103 andrà anche a vantaggio delle lavoratrici. C’è da precisare che inizialmente accedere alla pensione anticipata sarà più difficoltoso per tutti, ma cosa cambia effettivamente?
Pensione anticipata: più difficile se sei donna
Per una donna è molto difficile avere 41 anni di contributi versati, perché questo vuol dire che ha iniziato a lavorare durante gli anni 80. Tutti sanno però che in quel periodo storico i diritti per la parità dei lavoratori erano ben lontani e per le donne non era ancora possibile accedere a determinate posizioni sia in campo pubblico sia in campo privato.
Oggi c’è ancora tanta strada da fare. Basti pensare al periodo della maternità, che non è ancora ben regolamentato, o ai periodi in seguito a licenziamenti o di dimissioni, soprattutto nel settore privato che, come si sa, è molto meno tutelato rispetto al settore pubblico. Da come si può ben capire, a queste condizioni, è difficile per una donna avere versato 41 anni di contributi entro i 62 anni.
Per le lavoratrici che si trovano in questa situazione a causa di Quota 103, ci sarà la proroga di Opzione Donna riservata alle lavoratrici dai 58 ai 59 anni di età che abbiano versato almeno 35 anni di contributi. Tale proroga di Opzione Donna, è stata una misura prevista dal Governo Meloni per agevolare, in qualche modo, quante si sono viste tagliare fuori da Quota 103. Ovviamente tale proroga è stata concessa solo in virtù di una più profonda risistemazione delle pensioni.