Questi beni non possono essere pignorati: quello che non sapevi
Secondo la legge, determinati tipi di beni come pensioni di reversibilità o immobili sono assolutamente impignorabili. Vediamo insieme quali
Per coloro che hanno maturato un debito nei confronti di banche, finanziarie e fisco, questo è un tasto dolente.
La paura di un eventuale pignoramento ai beni più cari è dietro l’angolo e le preoccupazioni crescono giorno dopo giorno.
Purtroppo, chi si ritrova sommerso di debiti, spesso si trova in condizioni economiche sfavorevoli, ma una buona notizia c’è: certi beni risultano impignorabili secondo la legge in quanto sono necessari per il diritto alla vita ed alla dignità.
Molti beni invece, sono inaccessibili dal pignoramento in quanto di assoluta utilità a scopo lavorativo. Le regole in merito non si trovano all’interno del Codice di procedura civile, ma in quello di norme speciali. Come detto in precedenza alcuni beni non possono essere pignorati, ma quali esattamente?
I beni che non possono essere pignorati
- Beni di famiglia: vestiti, stoviglie, elettrodomestici ed arredamento indispensabili per la sopravvivenza. Rientrano nei beni impignorabili anche oggetti sacri, biancheria, viveri. Questi vengono considerati infatti necessari per la persona. Nella categoria rientrano anche gli animali domestici. A parte i letti, possono invece, essere pignorati i mobili di grande valore.
- Beni cointestati, pignoramento del 50%: Che si tratti di immobili o conto corrente, questi verranno pignorati esclusivamente per il 50% del valore totale. La quota si riferisce esclusivamente alla percentuale di proprietà del debitore. Nel caso in cui il bene non sia materialmente divisibile, si potrebbe procedere con la vendita dello stesso per poi pignorare la metà del ricavato. La seconda metà dell’incasso verrà restituita all’altro titolare del bene.
- Strumenti lavorativi: Tutto cio che è utilizzato a scopo lavorativo quali oggetti, strumenti e i libri professionali, non possono essere pignorati, in quanto deve essere garantito il proseguimento dell’attività lavorativa. Nel caso in cui venissero messi all’asta, i quattro quinti del ricavato vanno restituiti al debitore, questo per garantire allo stesso di lavorare. L’automobile non può essere pignorata nel caso in cui questa rientra nella categoria degli strumenti utilizzati a scopo lavorativo.
- Casa di proprietà: Il fisco non può pignorare l’immobile nel caso in cui il debito dovuto è inferiore a 120mila euro. Nel caso il debito fosse superiore, non sarà comunque possibile procedere con l’atto di pignoramento se la casa non supera il valore di 120mila euro e sia per il debitore l’unico immobile di sua proprietà e residenza. Essendo uno dei beni più a rischio, bisogna comunque tenere in considerazione che Il fisco può iscrivere un’ipoteca sull’immobile qualora il debito superi i 20mila euro.
- Sussidi: Non sono pignorabili i sussidi quali gli assegni, pensioni a persone invalide, pensioni sociali, i sussidi di maternità e per malattie. Neanche i sussidi di sostentamento a persone nell’elenco dei poveri. L’assegno di mantenimento è pignorabile solo nel caso in cui la persona sia già in grado di sopravvivere con altre entrate. Neanche la pensione di reversibilità è completamente pignorabile, è proprio l’articolo L’art. 13 del D.L. 83/2015 a porre dei limiti: Il minimo vitale secondo la legge ammonta a 525,89 euro. Infatti, non verrà pignorata nessun’entrata nel caso in cui il debitore non superi tale soglia necessaria a sopravvivere.
- Polizza sulla vita: questa non può essere pignorata in quanto questa ha lo scopo di tutela della persona e di assicurazione ereditabile ai famigliari in caso di morte.
Lo stipendio e la pensione possono essere pignorati ma con dei limiti ben precisi: La Legge di Bilancio 2020 prevede che lo stipendio o la pensione siano pignorabili solo nel caso in cui questi superino la soglia vitale. Al di sotto di questa soglia non è possibile procedere all’atto di pignoramento. Le quote pignorabili invece, riguarda il netto e non il lordo e riguardano 1/10 dello stipendio sull’importo è inferiore a 2.500€, 1/7 dello stipendio sull’importo inferiore ai 5.000, per finire con 1/5 dello stipendio quando l’importo supera i 5.000€.