Smartphone e privacy: le orecchie silenziose dei dispositivi, ecco come proteggerci
Il nostro Smartphone ci conosce più di chiunque altro, come se ascoltasse i nostri discorsi. Coincidenza? A quanto pare no.
Siamo nel pieno dell’era moderna, quella in cui la tecnologia regna da padrone e ogni attività ormai è influenzata da questo cambiamento. L’economia utilizza a pieno gli strumenti tecnologici forniti, motivo per cui il marketing digitale di prodotti e servizi ha raggiunto risultati sorprendenti grazie a questi nuovi mezzi.
Ma noi che ruolo abbiamo in tutto questo? Semplice. Ogni individuo dispone di necessità e bisogni che cambiano nel tempo che possono spaziare dall’acquisto di una nuova auto fino alla semplice scelta del parrucchiere.
Decisioni che ci ritroviamo ad affrontare ogni giorno, e che spesso e volentieri vengono espresse durante una semplice chiacchierata con qualcuno. Ma i più attenti si saranno accorti di un “piccolo” dettaglio: Il nostro Smartphone sembra ascoltare le nostre conversazioni per poi riproporle sottoforma di pubblicità di prodotti o servizi.
Non si tratta di una semplice impressione, infatti, è stato ristretto l’obbligo della completa registrazione dei dati personale e l’utilizzo dei mezzi come l’accettazione o meno dei cookie a scopo principalmente commerciale. Ma c’è di più: non sono gli smartphone a registrare le nostre conversazioni, bensì le applicazioni che abbiamo installato.
Le app che ci spiano: registrano informazioni per poi rivenderle
Esatto! parliamo proprio delle più famose applicazioni, quelle che utilizziamo ogni giorno per socializzare o per intrattenimento, ossia: Facebook, Instagram, Tik Tok, YouTube, WhatsApp. E non solo. Un mercato assai redditizio quello della vendita dei dati, in quanto questi al giorno d’oggi valgono una fortuna. La persona, attratta da queste app che utilizza in maniera spensierata, e senza scopi d’acquisto, viene “analizzata” tramite appunto il microfono (che si è attivato accettando l’utilizzo) e per mezzo del famoso “algoritmo” che monitora in maniera discreta i nostri interessi. Ma esattamente come fa un telefono ad ascoltare le nostre conversazioni?
Il nostro Smartphone ascolta le nostre conversazioni grazie all’utilizzo di strumenti come Google assistant, il comando vocale per richiedere al telefono di fare una determinata azione, senza utilizzare i tasti. Normalmente bisogna attivare questo comando per utilizzarlo, ma non sempre è così, infatti, ultimamente il comando si attiva da solo senza nessuna richiesta da parte del proprietario, effettuando ricerche su Google inerenti ai nostri discorsi. Risultato? l’algoritmo riceverà più informazioni. Ma ne esistono centinaia di app che utilizzano il riconoscimento vocale, e spesso sono utilizzate anche dai più piccoli. Il New York Times ha addirittura evidenziato che nelle app e nei giochi è nascosto un software in grado di registrare ciò che gli utenti vedono guardano alla tv. Tutto tramite il consenso che noi stessi diamo all’applicazione nel momento dell’installazione sull’utilizzo di microfono e fotocamera. Quindi risulterebbe a tutti gli effetti una pratica legale, allora come possiamo difendere la nostra privacy da queste app?
Come proteggere la propria privacy
Non molti sono a conoscenza di questi trucchi con cui l’utente viene letteralmente spiato. Motivo per cui, si accetta con estrema tranquillità le condizioni sull’utilizzo di microfono e fotocamera che viene richiesto all’utente. Ma queste pratiche a lungo andare possono essere delle proprie manipolazioni mentali a scopo di marketing, che possono portare forti conseguenze soprattutto ad un pubblico più giovane che rischia addirittura effetti come la depressione. Questo a causa dell’insicurezza che le leve del marketing e dei social stessi possono attuare. Rispetto a questo ,consiglio a tutti la visione di ” the social dilemma” presente su Netflix. Questo film tratta l’argomento in maniera più dettagliata. Il suggerimento finale è ovviamente quello di prestare maggiore attenzione sull’accettazione del consenso di queste applicazioni.