Buoni fruttiferi postali: ecco quando è possibile avere indietro il valore investito integro ed esente da imposte.
I Buoni Fruttiferi Postali, in Italia, sono sempre stati gli strumenti di risparmio per antonomasia. Molte nonne hanno regalato al primo compleanno del nipote un Buono Fruttifero, in maniera tale che quando fosse diventato maggiorenne avrebbe potuto ritirare una cifra cospicua.
Gli ultimi tempi hanno visto un peggioramento dei rendimenti dei Buoni tuttavia, negli ultimi mesi, i tassi di interesse sono diventati più alti per via dell’aumento dell’inflazione. Per questo motivo, lo strumento di risparmio per antonomasia è tornato in auge fra i risparmiatori italiani, garantendo un rendimento annuo molto alto.
I buoni fruttiferi postali sono tanti, e hanno un rendimento che può arrivare al 4,50% lordo annuo. Essi sono emessi da Cassa Depositi e prestiti e vengono garantiti direttamente dallo Stato Italiano.
Al momento, l’offerta di poste italiane prevede i seguenti tipi di buono fruttifero:
Il buono fruttifero postale, in tutte le sue varianti, prevede un rimborso totale del capitale investito.
Secondo Cassa depositi e prestiti la possibilità che il valore del titolo sia inferiore al valore investito è nulla. Tuttavia, se l’importo investito è maggiore ai 5.000 euro, ad esso verrà applicata imposta di bollo e, di conseguenza, il valore netto restituito potrebbe essere inferiore a quello investito.
Se si sottoscrivono dei Buoni Fruttiferi Postali con conto di regolamento e dematerializzati, il rimborso parziale è possibile, con tempi diversi rispetto alla tipologia di buono.
A questo proposito, a determinare l’ammontare restituibile è sempre Cassa depositi e prestiti, per la quale il rimborso diventa possibile qualora si tratti di un valore pari a multipli di euro 50.
A questa dichiarazione non sono soggetti i Buoni Fruttiferi Postali 7, dal momento che per questi strumenti di risparmio le cifre rimborsabili devono equivalere a multipli di mille euro.
Per i buoni postali “Impresa”, il rimborso anticipato è possibile anche per una parte del capitale sottoscritto, ma deve trattarsi di cifre pari a multipli di 50 euro. Questo avviene soltanto per il valore del buono che eccede l’importo minimo iniziale, pari a 5.000 euro.