L’Unione Europea potrebbe prelevare soldi dai conti dei cittadini italiani
Si sta realizzando uno scenario davvero sconcertante, con a capo della proposta la Germania: ecco cosa potrebbe succedere in futuro sulla questione.
La speculazione sta già facendo da padrone nella terza recessione Europea e potrebbe continuare in questo modo anche negli anni a venire. Si perché è ciò che si sta costruendo che fa paura, con a capo la Germania, che sempre aderisce a decidere soluzioni forzate e coercitive.
Parliamo dello scenario che i quotidiani Il Giornale e Libero hanno già anticipato, ovvero ciò che potrebbe avvenire con un prelievo dai conti in banca degli italiani per risanare il problema dell’inflazione.
Era successo già nel 1992 con l’allora Governo D’Amato che tra il 9 ed il 10 luglio non solo abolì una serie di conquiste sociali e confermò delle retrocessioni per il popolo: l’aumento dell’età pensionabile, la patrimoniale sulle imprese, l’introduzione dei ticket sanitari, la tassa sul medico di famiglia, imposta straordinaria del 3 per mille sugli immobili;
Non è tutto, la maggiore delle oscenità fu il prelievo forzato dai conti correnti del 6 per mille di ciò che si aggiungeva ai conti bancari e postali. Tutto questo per combattere la speculazione finanziaria.
Cosa potrebbe succedere in futuro con i nostri soldi?
Ecco perché adesso ciò che si prospetta fa paura e tanta! Lo spiega esattamente Il Giornale:
“Sin dall’anno scorso in sede comunitaria è stato approvato un piano d’azione per la «risoluzione ordinata delle crisi bancarie», contestuale alla nascita dell’Unione bancaria. I pilastri sono due. Il primo è il Single supervisory mechanism (Ssm), ossia la vigilanza unificata della Bce sulle più importanti banche europee. È stato istituito un organismo, sono state scritte delle regole sui requisiti minimi di solidità patrimoniale e sono stati condotti gli stress test che in Italia hanno bocciato Monte dei Paschi e Banca Carige”.
E ancora: “Il secondo pilastro è il Single resolution mechanism (Srm), ossia il dispositivo per i salvataggi in caso di crisi. La trattativa è stata complicatissima e si è conclusa solo nell’Ecofin di Lussemburgo dello scorso giugno.
In conclusione: “Come al solito ha vinto la Germania. È, infatti, passato il principio-guida del bail-in , cioè il salvataggio delle banche con mezzi propri. Se le cose vanno male, come accaduto a Cipro, pagano prima gli azionisti (con aumenti di capitale mostruosi) e poi gli obbligazionisti (con una rinegoziazione del debito). Se la situazione non migliorasse, sarebbero i correntisti con depositi oltre i 100mila euro a rimetterci. È prevista, inoltre, l’istituzione di un fondo unico finanziato dagli Stati membri (che raggiungerà la dotazione di 55 miliardi nel 2024) per tamponare le eventuali carenze di liquidità. È chiaro che i prestiti del fondo andranno comunque restituiti dalle banche con le modalità sopra descritte. I piccoli risparmiatori che volessero chiudere i conti prima che la propria banca fallisca potrebbero dover aspettare almeno 15 giorni fino al 2018”.
Insomma, venti di burrasca si stanno avvicinando. Preparate gli ombrelli, se non verranno spazzati via!