Truffe sul pellet: ecco come riconoscerle ed evitarle
Le truffe sul pellet sono in costante aumento, ecco perché è importante riconoscerle subito.
L’unione Nazionale dei consumatori e la polizia postale ci spiegano in cosa consistono le truffe sul pellet.
Negli ultimi tempi assistiamo a un rialzo generale del prezzo al sacchetto della diffusa biomassa legnosa. L’aumento senza precedenti è dovuto ai maggiori costi di produzione collegati al caro energia elettrica, fondamentale per la produzione del combustibile, e ad un aumento della domanda consistente, al quale si è aggiunta anche una certa speculazione da parte dei produttori. Ma vediamo adesso quali sono le truffe sul pellet e come riconoscerle.
Il modo per riconoscere la truffa sul pellet
Approfittando del rincaro, alcuni truffatori inseriscono degli annunci su siti internet fasulli che offrono un prezzo molto basso sul singolo sacchetto di pellet venduto.
Questi annunci offrono il combustibile a un prezzo più basso del 30%, a volte anche del 40%. Però, per ottenere il pellet a questo prezzo, occorre ordinare una gran quantità di pellet, così la spesa potrà raggiungere i 500-1000 euro. Una volta pagato l’importo, però, non si riceverà nulla.
Le telefonate e i messaggi inviati ai contatti indicati sul sito non riceveranno risposta, e a fronte del pagamento del pellet, non si riceverà nemmeno un sacchetto.
Già quest’estate la polizia postale metteva in guardia dall’ aumento di falsi siti web, che offrivano il pellet a prezzi estremamente competitivi.
La prassi era sempre la stessa. Il pellet veniva garantito a prezzi stracciati, il pagamento doveva essere effettuato su carta prepagata o tramite bonifico, e la merce non sarebbe mai arrivata al destinatario.
Consigli della polizia postale per essere truffati
Il consiglio dell’agenzia delle entrate è quello di verificare, sul footer del sito web in questione, se il numero di partita iva corrisponde alla ragione sociale indicata. Per farlo, occorre copiare il numero di partita IVA trovato e inserirlo per la ricerca sul portale dell’agenzia delle entrate preposto alla verifica della partita IVA.
Se l’azienda non dovesse esistere, oppure avesse una ragione sociale differente rispetto a quella indicata sul sito, allora si tratta di una truffa.
Ulteriori ragguagli da parte dell’Unione Nazionale dei Consumatori
Anche l’Unione Nazionale dei Consumatori consiglia di seguire il consiglio della polizia postale. Inoltre, secondo l’Unione non bisogna mai effettuare i propri acquisti secondo le indicazioni che troviamo sui folli banner pubblicitari presenti in giro sui social. In questi casi non bisogna mai cadere nel tranello del prezzo estremamente vantaggioso, perché al pagamento della somma indicata nulla arriverà al cliente. Occorre poi fare attenzione anche alle trattative su Telegram o WhatsApp. Queste anomale richieste di pagamento, infatti, non sono altro che truffe mascherate.
Pertanto si esortano i consumatori a stare bene attenti a queste anomale offerte strepitose, che di sensazionale hanno soltanto l’intrinseco inganno che provano a celare: le truffe sul pellet ormai troppo diffuse in tutta Italia.