Allarme siccità, a rischio anche l’acqua naturale: l’urlo di Sant’Anna
Secondo l’amministratore delegato dell’azienda, le falde acquifere si sono molto impoverite e i torrenti di montagna stanno scomparendo.
I problemi derivanti dalla mancanza di anidride carbonica hanno già fatto diminuire il fatturato dell’azienda del 30%, e alcune linee produttive si sono fermate.
Il riscaldamento climatico ci sta facendo vivere un autunno molto mite, a tratti anche caldo. Questo si traduce in una diminuzione delle piogge tale da fare scarseggiare acqua dappertutto.
L’azienda Sant’Anna produce 1 miliardo e mezzo di bottiglie all’anno, ma il presidente-amministratore delegato Alberto Bertone adesso vede una penuria d’acqua mai registrata prima.
Le falde acquifere sono diminuite di 4-5 volte, non nevica da due anni e nel nord-ovest d’Italia piove pochissimo.
Adesso, dunque, lo stabilimento dell’acqua Sant’Anna soffre molto anche per la siccità.
Le soluzioni da adottare
Secondo il presidente occorre effettuare degli invasi che trattengano l’acqua non appena cade. In più, è necessario snellire tutte le procedure burocratiche che riguardano i vincoli ecologici.
Se la prerogativa del rispetto dell’ambiente rimane, secondo il presidente Bertone occorre comunque trovare il modo per ricavare degli invasi nei fiumi di montagna. Solo in questo modo si potrà aumentare la portata d’acqua che affluisce all’interno dello stabilimento per il suo imbottigliamento.
Se si continua in questa maniera, la produzione aziendale potrebbe andare incontro a grosse difficoltà. Ancor più grandi di quanto lo siano adesso.
Il problema della mancanza di bollicine
Il principale stabilimento di produzione della CO2 italiano, che si trova a Ferrara, non è ripartito. Per fare scorta di bollicine, non resta altra via che reperire il prodotto all’estero, e ciò aumenta di molto il prezzo dell’anidride carbonica, che arriva a costare 7 volte in più.
Questa situazione si somma col caro energia elettrica, che costerà fino a 20-25 milioni in più all’azienda.
Gli aiuti ai dipendenti
Quest’estate, nel giorno di Sant’Anna, l’amministrazione della società ha deciso di dare una mensilità aggiuntiva ai dipendenti, che di fronte ai rincari si trovano in condizioni difficili.
Il presidente si dice orgoglioso di aver dato un piccolo contributo, ed entusiasta che l’esempio sia stato seguito da molte altre aziende.
Adesso però si aspetta che il governo decida presto sui provvedimenti normativi da adottare per alleggerire gli oneri imposti alla produzione e alla vendita dei prodotti al consumo.
Secondo l’amministratore l’IVA va abbassata, e dal 22% di oggi va portata al 5%, come già accade da tempo in Francia.
Diminuire la tassazione sarebbe, secondo la sua opinione, la via più veloce e semplice per restituire ricchezza ai dipendenti.