Il reddito di cittadinanza ha le ore contate: forse…
Chi può lavorare deve farlo, chi si ritrova in uno stato di bisogno, percepirà l’assegno di solidarietà.
Il Reddito di cittadinanza così come lo conosciamo sta per sparire. Secondo il servizio di “Dritto e rovescio”, la leader di Fratelli d’Italia ha le idee ben chiare sulla riforma del baluardo del movimento 5 stelle.
Il provvedimento di Fratelli d’Italia si rivolgerà a chi non riesce a lavorare perché inabile al lavoro. Sarà dunque rivolto alle categorie più fragili della popolazione italiana, e verrà erogato soltanto se si avrà effettivamente bisogno di un sussidio.
Il reddito di cittadinanza verrà sostituito
L’assegno di solidarietà sarà presumibilmente il nuovo strumento di welfare. Gabriele Fava, avvocato giuslavorista, spiega ai microfoni di “Dritto e rovescio” i dettagli di come potrebbe presentarsi il nuovo assegno di solidarietà.
Secondo l’avvocato, il sussidio potrebbe essere di 650 euro, e verrà rivolto alle famiglie con un reddito fino a 15.000 euro annuali. Le categorie di persone interessate potrebbero essere quelle che nel proprio nucleo familiare hanno:
- Persone al di sopra dei 60 anni;
- Minorenni a carico;
- Disabili a carico.
Chi rientra in queste categorie potrebbe addirittura percepire un sussidio più alto, mentre chi ha una capacità lavorativa piena e percepisce il reddito di cittadinanza, si vedrà revocare il beneficio.
Valentina, una donna che percepisce il reddito di cittadinanza, spiega che riceve sulla propria carta acquisti un sussidio di 500 euro. A queste condizioni, lavorerebbe solo se trovasse un impiego in grado di garantirle 1.400 – 1.500 euro al mese.
Secondo la propria valutazione, soltanto una somma simile riuscirebbe a garantirle una sistemazione adeguata.
I casi intervistati
Allo stesso tempo, un uomo invalido di nome Federico, paralizzato dal lato destro del corpo per aver avuto un ictus in passato, spiega alle telecamere di Dritto e Rovescio che percepisce una pensione di invalidità di soli 300 euro. Federico dice che gli fa rabbia sentire persone che si lamentano di non trovare un lavoro “adeguato alle proprie esigenze”, rifiutando di lavorare per meno di 1.400 euro al mese.
Se poi il governo Meloni introducesse davvero l’assegno di solidarietà, lui potrebbe arrivare a percepire più del doppio, mentre Valentina dovrebbe trovare un lavoro.
Rimangono ora da accertare le modalità attraverso le quali il governo Meloni intenderà riorganizzare i sistemi di collocamento lavorativo.
Laddove dunque il reddito di cittadinanza sembra non aver portato i risultati sperati, si spera che il nuovo governo riesca a contemperare, attraverso il proprio magistero, le esigenze lavorative o assistenziali di tutti gli italiani.