Date posticipate per molte città riguardo l’accensione dei riscaldamenti: si parla di giorni per l’accensione rispetto alle fasce di ogni città.
Il l Ministero della Transizione Ecologica è divenuto molto ferreo sulla questione del riscaldamento, data la crisi energetica che attanaglia il paese e ormai tutto il mondo. La questione infatti è stata ampiamente discussa e si è trovata la soluzione di dividere in zone di utilizzo del riscaldamento rispetto ovviamente al clima e alla posizione geografica.
Le aree notoriamente più fredde come le regioni in prossimità delle Alpi avranno regole meno ferree, mentre dove il clima risulta più mite come al Sud Italia, le regole saranno più rigide.
Vediamo esattamente come si colloca ogni regione e ogni parte d’Italia nelle 6 zone previste dal nuovo piano di risparmio energetico sul riscaldamento.
L’ordinanza del Governo aveva precedentemente decretato le fasce di accensione e spegnimento dei riscaldamenti in questo modo:
Il piano prevede, come prima caratteristica importante, una diminuzione dei giorni durante i quali il riscaldamento verrà acceso: saranno infatti 15 i giorni di differenza durante i quali il riscaldamento sarà spento, ovvero 8 giorni più tardi verranno accesi e 7 giorni prima verranno spenti. Oltretutto sarà obbligatorio tenere i riscaldamenti spenti un’ora in più al giorno rispetto agli anni precedenti.
Come abbiamo visto quindi Milano, che è fascia E, teoricamente dovrebbe accendere i riscaldamenti il 22 Ottobre. Ma per un’ordinanza del Sindaco Sala, l’accensione è stata poi posticipata al 29 Ottobre. Altra importante città che ha deciso di posticipare l’accensione dei riscaldamenti è Bologna, che ha sviluppato il piano per il 2 Novembre. Bergamo e Cremona acconsentono anche ad accendere il 29 Ottobre, mentre Imola si adatta al 2 Novembre e Varese al 31 Ottobre.