Carte prepagate anonime, per non farsi trovare: ecco le migliori
Cosa sono le carte prepagate anonime e perché vengono utilizzate?
Le carte prepagate al portatore, o carte prepagate anonime, consentono un elevatissimo livello di privacy negli acquisti e non permettono di rintracciarne il titolare.
In Italia l’emissione di queste carte prepagate è regolata da un correttivo al d.l. 90/2017, ossia il nuovo decreto antiriciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo, che ne impedisce di fatto l’emissione. Dal 10 giugno del 2020, infatti, è stata vietata l’emissione di nuove carte prepagate anonime nonché l’utilizzo di carte anonime già esistenti.
Tramite l’utilizzo di queste carte al portatore si potrebbe facilmente riciclare del denaro sporco, oppure finanziare il terrorismo rimanendo del tutto anonimi. Insieme a questo, utilizzare una carta prepagata anonima permetterebbe di commettere illeciti che comportano il trasferimento di fondi, senza poter essere identificati.
Ciò posto non è difficile capire il motivo per il quale la normativa antiriciclaggio italiana, emanata su impulso di direttive europee, non permetta l’apertura di prepagate anonime.
PostePay twin, l’anonima semplice
Prima del 2018 Poste italiane permetteva di aprire una nuova PostePay alla quale poteva essere collegata una carta prepagata anonima.
L’utilizzo delle prepagate al portatore era diffuso anche per scopi leciti, come dare una carta ai figli minori che andavano in gita, oppure erogare benefici a dipendenti aziendali, che utilizzavano queste prepagate anonime come carte usa e getta.
Adesso, però, la Postepay twin non è più disponibile sin dal 2018, e chi dovesse averne una in giro per casa può soltanto convertirla in Postepay nominativa per utilizzarne l’importo residuo.
Anche le alternative Sisal, che permettevano l’acquisto di prepagate usa e getta nei punti Lottomatica, sono state ritirate e non sono più disponibili.
Per la normativa antiriciclaggio, è infatti di fondamentale importanza l’adeguata verifica del titolare della carta, che al momento della sua attivazione deve essere riconosciuto come titolare del deposito, per quanto piccolo esso sia.
Fatte queste premesse, appare chiaro che nel mercato degli strumenti finanziari europei non troveremo delle valide prepagate anonime. Per fare ciò occorre guardare al mercato estero, o meglio: al mercato esterno a quello europeo.
Le carte prepagate anonime all’estero
Le alternative anonime più vicine all’Italia, sebbene una di queste sia esterna all’Unione Europea, sono la Travel cash della Swiss Bankers e la carta prepagata Viabuy.
Travel cash di Swiss Bankers
La Travel cash di Swiss Bankers è una carta prepagata anonima rilasciata da una banca Svizzera.
La ricarica minima della Travel Cash è di 100 euro, ma essa può essere ricaricata anche con dollari oppure franchi.
Questa carta prepagata può infatti essere utilizzata in tutte e tre le predette valute. Essa funziona su circuito Mastercard e permette di effettuare acquisti in tutto il globo.
Per ricaricare la carta, occorre pagare un extra pari all’1% dell’importo ricaricato, e i costi per prelevare sono di 5 euro.
Sugli acquisti si applica una commissione dell’1%, e coloro i quali non risiedono in Svizzera non riuscirebbero facilmente a ottenerla, perché le leggi fiscali europee, come si evince dalle considerazioni su riportate, sono molto stringenti al riguardo.
Viabuy di Dock Financial S.A.
Questa carta è emessa dalla Dock Financial S.A. e permette di effettuare operazioni con un elevato livello di privacy, anche se non è del tutto anonima.
Le sue coordinate bancarie sono estere e permettono di bypassare controlli sul reddito, storico bancario ed ulteriori controlli sulla solvibilità.
Il plafond annuale varia in base al tipo di prepagata richiesto, che va dai 1.000 euro ai 30.000 per la versione IDV3.
Ecco quindi una panoramica sull’attuale scenario delle carte prepagate anonime, o quasi, che permettono un elevato grado di privacy ma non sono disponibili nel nostro paese; non è inoltre auspicabile che vengano usate su larga scala in Italia, come in Europa, per via della stringente normativa antiriciclaggio.