Pensione senza contributi: si può ottenere l’assegno anche se non si hanno i requisiti previsti dalla legge.
Raggiunta una certa soglia d’età, infatti, lavorare diviene impossibile. È per questo che l’INPS mette a disposizione un sostegno valido anche per le persone che non riescono a raggiungere la maturità contributiva entro un certo limite d’età.
Vediamo di seguito quando si può andare in pensione normalmente e facciamo chiarezza in merito all’assegno sociale, spettante anche a chi non ha versato abbastanza contributi per poter andare in pensione.
Diciamo subito che per prendere la pensione di vecchiaia ordinaria occorre avere 20 anni di contributi versati, e un’età di 67 anni.
Se si volesse anticipare la pensione, si potrebbe fare soltanto in un caso. Questo è quello delle persone che, nel corso della vita, hanno iniziato a lavorare da giovanissimi, e hanno subito maturato più di 40 anni di contributi.
Si può andare in pensione anticipata, se si sono versati:
Un’altra tipologia di pensione, denominata “pensione di vecchiaia contributiva“, si può prendere nel momento in cui sono stati versati almeno 5 anni di contributi, ma occorre avere compiuto il 71° anno d’età.
Cosa accade se invece non sono stati versati contributi? In linea teorica, chi non è riuscito a versare abbastanza contributi, non può andare in pensione.
Fortunatamente un metodo c’è. Si chiama assegno sociale, ed è una misura pensata appositamente per chi ha lavorato in maniera discontinua o con una retribuzione tale da non riuscire ad andare in pensione.
l’INPS eroga un assegno alle persone anziane che non hanno maturato abbastanza contributi per prendere la pensione di vecchiaia ordinaria.
Questo è l’assegno sociale, e viene corrisposto a chi abbia almeno 67 anni.
Per beneficiare dell’assegno sociale, occorre essere cittadini italiani, avere la propria residenza effettiva, nonché la dimora abituale, in Italia, e avere un reddito inferiore a una certa soglia.
Questa soglia viene aggiornata ogni anno, per il 2022 è di 6.085,43 euro annui per chi è solo nel nucleo familiare, mentre per chi ha un coniuge passa a 12.170,86 euro.
L’importo mensile, che come il requisito reddituale viene ricalcolato ogni anno, si attesta alle 468,11 euro, che per tredici mensilità fanno 6.085,43.
L’importo così determinato, però, spetta soltanto a chi ha un reddito pari a zero. Se il reddito dovesse essere superiore a zero, si dovrà sottrarre, alla somma dovuta per tredici mensilità, l’importo del reddito percepito.
Per fare un semplice esempio, chi avesse 1500 euro di reddito annuo, dovrebbe effettuare la seguente differenza:
6.085,43 – 1500 = 4.558,43
A sua volta, per determinare l’importo mensile, dividiamo la somma per tredici mensilità:
4.558,43 / 13 = 350,65 euro mensili.
Se il soggetto in età pensionabile è anche un invalido accertato, che abbia un’invalidità del 74%, può accedere alla pensione d’invalidità civile.
Questa viene riconosciuta per limiti inerenti al patrimonio, ed è differente per ogni fascia di reddito annuo percepito.
Per conoscere meglio quest’ultimo tipo di pensione, si consiglia di consultare la tabella riepilogativa di importi, che ogni anno viene determinata dall’INPS ed è volta ad adeguare la pensione percepita senza contributi dagli invalidi accertati.