Lo stipendio dei Presidenti di Camera e Senato: tenetevi forte
L’elezione dei presidenti di camera e senato è il punto dal quale verrà dato il via ufficiale alla nuova legislatura.
Il lavoro del parlamentare può sembrare poco impegnativo, ma quello dei presidenti delle camere è riconosciuto da tutti come un ruolo di fondamentale importanza per il corretto funzionamento delle camere. E in effetti lo è.
In molti si chiedono a quanto ammonti lo stipendio di un parlamentare investito da tale ruolo. In questo articolo scopriremo qual è lo stipendio del presidente della camera o del senato, facendo attenzione a tutte le componenti della sua retribuzione mensile.
Un nuovo parlamento, le operazioni preliminari
Il primo punto da sciogliere sarà quindi l’elezione dei presidenti delle camere. In genere, l’opposizione detiene la guida di almeno una delle due camere, stavolta però si pensa che il centrodestra voglia guidarle entrambe, vista l’elevata maggioranza ottenuta alle elezioni. Il tutto verrà definito presto, intanto vediamo qual è il guadagno di un parlamentare investito della carica rappresentativa più alta di ciascuna delle due camere, ossia quella del suo presidente.
La soglia annuale, prevista dalla legge sulla retribuzione dei dipendenti pubblici, è quella dei 240.000 euro annui. Lo stipendio di una carica pubblica deve quindi essere contenuto entro e non oltre tale limite.
Per questo motivo, anche il presidente della camera e quello del senato non possono percepire una retribuzione superiore alla somma massima stabilita per un dipendente pubblico.
La retribuzione del presidente di camera o senato nel dettaglio
Per determinare la retribuzione precisa dei presidenti di camera e senato, occorre sommare alcuni importi. Essi sono così determinati:
- Indennità d’ufficio: 4.223 euro
- Diaria: 3.503 euro
- Indennità parlamentare: 5.000 euro
- Rimborso spese: 3.690 euro.
La somma totale di questi compensi equivale a 16.416 euro mensili, che per un anno diventano 196.992 euro.
Rimaniamo dunque nel limite stabilito dalla legge rispetto ai compensi massimi dei dipendenti pubblici.
I presidenti si tagliano lo stipendio nella XVII legislatura
Già nel 2013, Laura Boldrini alla camera e Pietro Grasso al senato hanno annunciato che avrebbero tagliato il proprio stipendio.
In particolare, Laura Boldrini ha rinunciato, durante tutto il suo mandato, a percepire integralmente diverse voci che compongono la retribuzione del presidente della camera. Nello specifico, la Boldrini ha percepito 1.900 euro mensili di indennità d’ufficio, a fronte di 4.223 euro previsti originariamente, riducendo anche il suo rimborso spese da 3.690 a 1.800 al mese.
Il taglio del suo stipendio, quindi, è stato del 30%, e nella sua dichiarazione dei redditi del 2017, dichiarò 137.337 euro.
Anche Grasso, come si anticipava, ha effettuato un taglio netto al suo stipendio, percependone soltanto la metà. Inoltre ha deciso di ridurre anche l’importo destinato a finanziare la sua scorta personale.