Pensione minima a 1.000 euro: da quando? Berlusconi lo aveva già fatto
“Aumenteremo la pensione a 1.000 euro”; questa è la promessa di Silvio Berlusconi in campagna elettorale, per questo i pensionati di oggi si chiedono quando è giusto pensare che questo accadrà.
D’altronde il leader di Forza Italia non è nuovo all’aumento delle pensioni: già nel 2001, infatti, manteneva la promessa di aumentare la pensione a 1 milione di vecchie lire, questo – considerato – rispetto a quello detto in campagna elettorale – colpisce un numero ristretto di pensionati perché sono stati introdotti limiti di età.
Questo strumento è attivo ancora oggi ed è noto come aumento in milioni: tuttavia, con il cambio dell’euro e le varie variazioni avvenute in questo periodo, l’importo è oggi di 660,79 euro.
Almeno nel piano di Silvio Berlusconi è giunto il momento di un altro aumento, portandolo a 1.000 euro. Tuttavia, nonostante la vittoria del centrodestra alle elezioni, il passaggio a una nuova porta non sembra essere così vicino come si potrebbe pensare.
Pensione a 1.000 euro: i piani di Silvio Berlusconi potrebbero richiedere tempo
Il programma Forza Italia prevede un aumento delle pensioni dovuto all’aumento del cosiddetto aumento milionario, introdotto dal governo Berlusconi nel 2001. Oggi sono pensionati coloro che hanno compiuto i 70 anni e hanno un reddito inferiore a 8.590,27 euro (14.675,70 euro in caso di benefici coniugali), nonché coloro che sono titolari di una rendita o di una pensione autorizzata ad aumentare di un milione. (nel caso del 100%, è già all’età di 18 anni).
La cifra da considerare come riferimento, come detto, è di 660,79 euro, ma Silvio Berlusconi in campagna elettorale ha detto chiaramente di voler salire a 1.000 euro. Ma c’è un passaparola. Secondo le ultime stime, infatti, capire che l’aumento fino a 1.000 euro può richiedere fino a 19 miliardi di euro, quando le risorse saranno minori – ma comunque maggiori – se si decidesse di introdurre quote è stato fatto nel 2001. per esempio limitando l’aumento solo a chi ha raggiunto una certa età. Ma questo non è un piccolo ostacolo, soprattutto in questo periodo storico, in cui è difficile definire le risorse a disposizione per la legge finanziaria 2023. 1.000 euro, esempio dei quali, tra l’altro, non sembra mai soddisfatta Giorgia Meloni, che ha. ha ripetutamente consigliato ai suoi partner di fare solo promesse che era sicuro di mantenere. D’altra parte, nella prossima politica fiscale, bisognerà trovare il modo di creare un nuovo aumento delle pensioni, che ha superato i desideri del nuovo governo in quanto previsto da tempo.
Un aumento senza precedenti delle pensioni è previsto per l’inizio del 2023 a seguito delle revisioni, un processo che adegua gli assegni annuali al costo della vita in modo da mantenere le imprese in attività. A tal proposito, l’Istat prevede un tasso di aumento dell’8% per il 2022, che a sua volta inciderà sulle pensioni a inizio 2023. Tuttavia, non del tutto, perché per le pensioni inferiori a 2.692 euro è già stato effettuato un parziale trasferimento. . in ottobre, per il 2%. Se verrà confermata la cifra dell’8%, per realizzare una rivalutazione delle pensioni nel 2023 sarà necessario trasferire da 8 a 10 miliardi nel prossimo bilancio, cosa non facile per la quantità di denaro a disposizione.
Per questo pensare a un altro aumento fino a 1.000 euro alla volta non sembra possibile. Adesso però con la rivalutazione i pensionati potranno sorridere per l’aumento, che in alcuni casi sarà anche di tre cifre. Ad esempio, rispetto a dicembre, chi percepisce una pensione di 1.000 euro beneficerà di un (grande) aumento mensile di 60 euro, poiché sarà attuata una rivalutazione del 6% (dato e 2% previsto tra ottobre e dicembre). Chi ha una pensione di 2.000 euro, invece, beneficerà di un aumento aggiuntivo di 120 euro al mese, mentre per una pensione di 2.500 euro, l’aliquota di conversione verrà applicata solo al 90%, ovvero è quella 7,2 % : da lì toglieremo il 2% che è già noto nel proseguimento della rivalutazione riconosciuta dall’Aide bis, e Per l’aumento sarà il 5,2%, cioè 130 euro in più al mese.