“Io non pago” contro il caro energia, tutta Italia si muove
È nato su Twitter e inizialmente era un soltanto un hashtag. Sbarcato su Telegram, vede crescere i suoi proseliti giorno dopo giorno.
Ha preso ispirazione dal movimento inglese dei “Don’t pay” e punta ad associarsi con loro per assumere caratteri internazionali.
Il caro bollette è diventato insostenibile da mesi, ormai, e il malcontento della popolazione potrebbe raggiungere livelli preoccupanti. Nessuna preoccupazione per ora, ma i movimenti pacifici iniziano a far sentire la propria voce.
Il movimento “Io non pago” e i suoi obiettivi
Il movimento “Io non pago” punta ad ottenere un milione di adesioni entro il 30 novembre. E se entro tale data il governo (ancora da nominare) non avrà preso provvedimenti concreti, inizierà ad autotutelarsi con il rifiuto di pagare le bollette.
Questo è quanto fanno sapere attraverso i social gli organizzatori della contestazione, e la protesta, che ha i connotati di una contestazione del tutto pacifica, vuole attirare ancora di più l’attenzione della politica, spingendo il governo entrante a prendere provvedimenti immediati.
I manifestanti hanno iniziato a riunirsi in tutta la penisola, e a Bologna è stato già fatto il primo falò di bollette.
Altre iniziative sono state messe in atto a Taranto, Napoli, Torino e Cagliari.
Il milione di iscritti: obiettivo realistico?
Al giorno d’oggi, le adesioni sono a quota 10.228, ma queste sono in costante aumento. La prima città ad aderire, che attualmente conta un gran numero di iscritti, è Napoli, che vede appuntamenti giornalieri dei contestanti e sta lavorando a una “grande manifestazione” che si terrà in data 5 novembre.
Se ora i falò delle bollette sono innocui e pacifici, dopo il 30 Novembre potrebbe iniziare la fase della “lotta” vera e propria.
Le risposte dei Don’t pay italiani: che i signori della guerra paghino
Il movimento “Io non pago” nasce proprio dal “Don’t pay UK”, movimento attivo sin dal maggio 2022 e diventato imitatissimo in tutta Europa in tempi molto rapidi.
L’obiettivo del milione di adesioni è un vero e proprio baluardo della contestazione, e se entro il 30 novembre non si avranno soluzioni certe si vuole passare al vero e proprio sciopero delle bollette.
Secondo i movimenti, quello che sta accadendo non è accettabile. Convinzione dei Don’t pay italiani è che l’aumento delle bollette sia da attribuirsi a una speculazione scaturita dalle scelte sbagliate del governo uscente. La loro proposta è che a pagare sul prezzo eccessivo dell’energia siano banche, i mercati che vi speculano sopra e le compagnie dei combustibili fossili, che avrebbero rallentato la transizione energetica.
Insomma, secondo il portavoce dei manifestanti la crisi deve essere pagata dai “signori” della guerra. Solo loro, infatti, sono colpevoli d’aver fomentato lo svilupparsi di questa situazione, che ha costretto il nostro governo a elargire aiuti in armi per incrementare questo conflitto, invece di dedicarsi al sostentamento delle famiglie in difficoltà.