Aumento della tariffa telefonica, non sempre è lecito: come agire
Le tariffe telefoniche sono soggette a continui aggiustamenti da parte dei gestori. Molte compagnie di telefonia modificano spesso i prezzi delle loro offerte, e questo avviene in maniera più o meno lecita. Ma quando possono farlo?
La necessità di difendersi contro il cambio di tariffa della propria promozione è sempre più sentita. Con l’aumento generalizzato del costo della vita, infatti, occorre lesinare su tutto per riuscire a sbarcare il lunario. E pagare un aumento illecito della propria promozione può essere molto scomodo e fastidioso. Ma vediamo quando l’aumento può avvenire e secondo quali condizioni.
Il diritto di apportare modifiche unilaterali alle offerte da parte dei gestori
Diciamo subito che, qualora l’azienda abbia compiuto delle spese per ampliare il proprio servizio, ad esempio adeguandolo a standard come il 5g, può effettuare l’aumento del costo dell’offerta. Ma per farlo è necessario che invii il preavviso all’utente, concedendogli la possibilità di recedere senza costi.
L’informativa, insieme alla possibilità di recesso, dev’essere comunicata al cliente almeno 30 giorni prima, e la variazione del costo deve avvenire non prima del termine indicato nell’informativa.
Va da sé che prima dei trenta giorni, le modifiche contrattuali non sono effettive, rimanendo fermo il diritto dell’utente a recedere dal contratto.
Inoltre, qualora il gestore telefonico aggiunga dei servizi non richiesti alla promozione sottoscritta dal cliente, diviene del tutto scorretto effettuare tale cambio tariffario.
La modifica, dunque, può avvenire secondo ragioni oggettive, che si riconducono alle seguenti:
- La possibilità di modifica deve essere contemplata dal contratto originario;
- Il cliente può decidere di accettare o recedere dal contratto senza costi;
- Le modalità di recesso devono essere comunicate in maniera certa;
- Nel recesso bisogna esplicitare il motivo dello stesso;
La modifica contrattuale priva di preavviso è infatti considerata una pratica commerciale scorretta, insieme ad altre pratiche che verranno di seguito elencate.
Le pratiche commerciali scorrette: quando è possibile ricorrere in giudizio
L’operatore può dunque effettuare variazioni contrattuali unilaterali, ma per farlo dovrà prima effettuare congrua comunicazione, e la modifica dovrà essere sostenuta da circostanze oggettive come il miglioramento della rete.
Se al contrario ricorressero alcune condizioni scorrette, il cliente potrebbe richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria.
In particolare, le pratiche commerciali scorrette sono le seguenti:
- La modifica avviene senza preavviso;
- Non viene comunicata nessuna variazione contrattuale, che però avviene di fatto.
- Le condizioni di modifica e recesso vengono comunicate in maniera ambigua.
Se, infatti, all’interno della comunicazione non sono comunicate in maniera chiara le intenzioni dell’operatore, il cliente potrà effettuare ricorso in giudizio, opponendosi legittimamente alla variazione di tariffa.
Molto importante diviene, dunque, opporsi al cambio di tariffa entro trenta giorni dal preavviso, trascorsi i quali ben poco si potrà fare contro l’aumento della promozione.
Tuttavia, qualora il proprio operatore abbia reso insostenibile il cambio tariffario, l’offerta degli altri operatori è diventata davvero molto ampia, e si consiglia di valutare un cambio di operatore fra i tanti presenti sul mercato.