La cessione del quinto permette al lavoratore di ottenere l’anticipo di una somma da una banca, dilazionando il suo rimborso nel tempo. Ma come funziona? Chi può richiederla? E soprattutto, conviene davvero?
Condizione comune a tutti i lavoratori è il dover affrontare quasi ogni giorno delle spese impreviste. Quando queste spese però crescono di valore, allora si deve fare necessariamente ricorso al credito. Fra le forme di credito al consumo vediamo in cosa consiste la cessione del quinto.
Quello che bisogna dire in via preliminare è che la cessione del quinto non può essere richiesta da chiunque, ma soltanto da chi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il contratto può essere stipulato sia nel settore pubblico che in quello privato, e nella fattispecie, la cessione del quinto non richiede giustificazioni riguardo al fine della spesa. Infatti la cessione del quinto è un prestito non finalizzato, diversificandosi per questo sull’anticipo del TFR e da molte altre forme di credito al consumo.
La restituzione della somma erogata deve avvenire attraverso una trattenuta sullo stipendio mensile. Tuttavia abbiamo dei limiti temporali in cui questo può succedere. In pratica, la somma anticipata tramite cessione del quinto non può mai essere rimborsata in più di 120 mesi e nemmeno in un periodo al di sotto dei 24 mesi.
I due meccanismi di credito al consumo si distinguono per il meccanismo di rimborso. Ottenere una grande somma attraverso un prestito personale permetterebbe infatti di concordare con l’intermediario un rimborso più elevato, che ne ridurrebbe le tempistiche di restituzione. La cessione del quinto, invece, deve essere restituita in un tempo maggiore, perché non possibile prelevare una quota più alta dallo stipendio del lavoratore.
Inoltre, l’assicurazione nel caso di insolvibilità del debitore e il TAEG sono automaticamente calcolati nella rata di restituzione del prestito.
Viste le precedenti considerazioni, si può affermare che per prestiti di importo elevato sia più indicato richiedere la cessione del quinto. Questa permetterebbe di fruirne anche a chi fosse stato in precedenza segnalato alla centrale rischi, dal momento che c’è già l’assicurazione a garantire per il debitore.
Ultima considerazione da fare è che il cessionario, qualora dovesse averne bisogno, può richiedere un secondo quinto al debitore, aumentando l’importo della restituzione. Questa richiesta è anche conosciuta come delega di pagamento.
Ciò posto, si conclude dicendo che spetta all’interessato valutare con attenzione le condizioni stabilite dall’ente creditizio, valutando caso per caso se fare ricorso o no a questo interessante strumento, non privo di criticità.