Alcuni pensionati si sono ritrovati a dover pagare sanzioni per un refuso commesso dall’INPS. Bisogna perciò fare molta attenzione alla certificazione unica.
A causa dell’invio di una certificazione unica sbagliata, l’agenzia delle entrate multa i pensionati senza che abbiano commesso alcun illecito.
Spesso, per non incorrere in sanzioni e privazione di benefici accordati, le persone si affidano a professionisti per la compilazione e/o la vidimazione dei documenti richiesti per l’ammissione agli stessi privilegi. Dato che le dichiarazioni dei redditi sono molto importanti per l’accesso a bonus e premi di diversa natura, si rende necessario che la stessa dichiarazione sia priva di errori. Tuttavia, duemila pensionati si sono visto infliggere dall’Istituto Nazionale di previdenza sociale, una sanzione derivante da un errore dell’ente stesso.
Nella provincia di Padova, ben duemila pensionati hanno avuto la spiacevole sorpresa, per via di un errore compiuto dall’Inps nel calcolo della somma della pensione nella dichiarazione dei redditi.
Nello specifico, il presidente di ANP CIA di Padova, ha segnalato all’ente nazionale di previdenza l’errore commesso, chiedendo di omettere il versamento della multa.
Questo errore, derivante da un erroneo importo segnalato da chi si era occupato delle dichiarazioni, ha portato i pensionati a dover corrispondere all’erario una somma che si aggira intorno alle poche decine d’euro.
Sebbene l’importo delle multe sia di valore minimo, non è di certo irrilevante. Infatti non è corretto dover pagare per degli errori che non si ha commesso.
Il presidente ANP CIA di Padova rimarca che questo non è giusto, e domanda che l’agenzia delle entrate non pretenda alcuna somma, tenendo conto di quanto è successo.
Anche il direttore del patronato INAC di Padova è dello stesso avviso. La somma non deve essere pagata, e non soltanto perché l’errore non è del singolo cittadino, ma anche perché richiedere l’annullamento della sanzione comporta dispendio di tempo ed energie. Chi vorrà annullare la multa, dovrà infatti inviare a proprie spese una dichiarazione dei redditi corretta rispetto a quella precedentemente determinata dall’ente, dovendo muoversi con sollecitudine a causa dei tempi ristretti in cui lo stesso annullamento può essere proposto.
Per ottenere l’annullamento di tale indebito, occorre presentare richiesta entro, e non oltre il 30 settembre 2022. Questo termine improrogabile vale nel momento in cui la domanda avvenga tramite modello 730 ordinario. Questo termine slitta al 30 ottobre qualora il pensionato intenda presentare modello 730 integrativo.
Dunque anche il famigerato ente nazionale di previdenza sociale può commettere degli errori, e al fine di non dover pagare indebiti all’erario è sempre bene far controllare la propria certificazione unica da un professionista.