Luce e gas, le scuole potrebbero chiudere: quando lo sapremo di certo
Allarme per le scuole a causa del caro bollette: il rischio è grave e reale, si valutano cosi tutte le ipotesi più plausibili… anche la chiusura.
L’aumento delle bollette sta mettendo in ginocchio vari ambiti sociali e non per ultimo la sorte è toccata anche alle scuole.
Dopo il rincaro energetico notevole dovuto alla guerra, l’allarme viene lanciato dagli asili paritari che potrebbero non aver altra scelta che chiudere presto. I paritari sono delle scuole private che possono effettuare anche determinati percorsi di studio a lungo periodo, dunque oltre gli asili abbiamo anche medie e superiori, dove gli alunni crescono all’interno dello stesso ambiente scolastico e possono effettuare anche gli esami di terza media o della maturità all’interno di esso.
Si tratta di una scelta ardua, dato che questi istituti offrono la scolarizzazione primaria di molti bambini, ma Giampiero Redaelli, presidente della Federazione Scuole Materne ha già lanciato l’allarme.
La situazione infatti sembra ormai insostenibile ed i costi spropositati. Vi è una soluzione?
L’allarme della chiusura degli asili e le conseguenze spiacevoli
L’allarme lanciato potrebbe però non essere sufficiente: infatti non si vede una via d’uscita, uno spiraglio di luce alla situazione.
A differenza delle famiglie in difficoltà infatti, alle quali è stato permesso di proporre un’offerta commisurata e non troppo bassa, alle scuole tutto ciò non è permesso.
Tutto però sembra assolutamente che riporti ad un problema ancora più grande della semplice chiusura: la stessa Costituzione infatti riporta all’articolo legge 62/2000 un’istruzione basata non solo sulle scuole pubbliche, ma anche sulle paritarie.
Queste scuole poi non sono neanche da sottovalutare sotto l’aspetto presenza: infatti aiutano la scolarizzazione di ben il 30% di alunni sul territorio nazionale. Un numero assolutamente che lo Stato non può prendere sotto gamba e tenere poco in considerazione.
Il tema sta iniziando a diventare estremamente sentito e se ne dibatte molto. Iniziano ad arrivare anche delle pressioni politiche per la risoluzione della controversia, anche se non è accertato che non sia solo un passo legato alle future elezioni e che una volta concluse queste il problema torni in sordina.
Dunque cosa fare? Al momento si può solo aspettare e cercare di avere pazienza, sperando che realmente si prenda in mano la situazione per non chiudere queste scuole e per non togliere ai bambini la possibilità di costruirsi un futuro in un ambiente a loro vicino e che li può portare avanti per molti anni con amici e maestri di fiducia.