Ci diranno che riscaldarci è vietato: cosa sta succedendo davvero
In seguito alla crisi energetica innescata dal conflitto Ucraino, si è registrato un aumento esponenziale del costo del gas.
Questo ci ha spinto a ricercare alternative per riscaldare i nostri ambienti, come il tradizionale camino a legna e le stufe a pellet.
L’inconveniente, però, sorge nel momento in cui la Regione impedisca di usare stufe e camini per scaldarsi un po’. È infatti da anni che, in alcune località italiane, vige il divieto assoluto di utilizzare fonti di combustione a biomassa per il riscaldamento.
Ma quali regioni non permettono di usare gli impianti di riscaldamento a biomassa?
- Emilia-Romagna
- Lombardia
- Piemonte
- Toscana
- Veneto
Vediamo nel dettaglio le disposizioni di ogni regione:
Emilia Romagna
In Emilia Romagna il divieto di utilizzare camini, stufe a pellet o a legna riguarda esclusivamente gli impianti a 1 o 2 stelle di classe energetica, nonché alcune tipologie di immobili. In particolare, sarà vietato usare il camino negli immobili in cui c’è un altro riscaldamento domestico che non bruci biomassa, ovvero nelle abitazioni che si trovano sotto i 300 metri s.l.m. . Per queste ultime abitazioni, infatti, vige la legge regionale 2/2004, cd “Legge per la montagna”, che esclude i comuni montani dall’applicazione del vincolo ambientale su citato. Inoltre, per la regione Emilia Romagna, è vietato ricorrere alle biomasse per riscaldarsi anche nei comuni in cui la qualità dell’aria è peggiore.
Lombardia
In Lombardia il divieto è più generalizzato, e viene proibita l’installazione di impianti di classe ambientale sotto le quattro stelle. Il divieto di cui trattasi è in vigore dall’inizio del 2020, e riguarda anche l’uso di impianti al di sotto delle quattro stelle.
Inoltre, a partire dal primo di Ottobre del 2018, per le stufe a pellet di potenza inferiore ai 35 kW, diventa obbligatorio ardere materiale conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2. Nel caso di controlli, dovrà essere esibita una certificazione emanata da parte di un Organismo accreditato.
In Lombardia le sanzioni sono severe: si parte dai 500 euro di multa e si può arrivare anche a 5000 euro (art. 24, comma 4, Legge Regionale n. 24/2006).
Un caso particolare: la provincia di Brescia
La provincia di Brescia, invece, è regolata da disposizioni ambientali differenti. Con una delibera della Giunta, la regione Lombardia ha permesso di usare gli impianti di riscaldamento sotto i dieci kW fino al 15 Ottobre 2024. Inoltre, tale estensione riguarda anche i comuni sotto i 300 metri di altitudine della stessa provincia.
Piemonte
In Piemonte viene fatto divieto, dall’ottobre 2019, dell’installazione di impianti di combustione di biomassa con classe ambientale inferiore alle quattro stelle e una potenza inferiore ai 35 kW. Inoltre, nei comuni che si trovino in zona “Agglomerato di Torino”, “Pianura” e “Collina”, viene fatto divieto di utilizzare impianti di combustione a biomassa legnosa con classe ambientale inferiore alle tre stelle.
Toscana
In Toscana, con legge regionale 26 del 2 agosto 2021, il Consiglio regionale ha stabilito il divieto di utilizzo di generatori alimentati a biomasse con classe di prestazione inferiore alle tre stelle. Tuttavia, vengono escluse da questo divieto le abitazioni in cui la biomassa sia la sola fonte di riscaldamento, e quelle costruite in una zona al di sopra dei 200 metri s.l.m.
Veneto
In Veneto c’è il divieto di procedere all’installazione di impianti con una classe ambientale inferiore alle tre stelle, mentre il divieto di utilizzo riguarda quelli con meno di due stelle di classe. Inoltre, l’installazione di impianti con meno di quattro stelle era permesso solo fino al 31 dicembre 2019.
Insomma, i modi per far fronte ai crescenti rincari del gas e dell’elettricità si scontrano con le normative e le prerogative di tutela dell’ambiente. E da questo punto di vista, si auspicano provvedimenti volti a bilanciare entrambe le esigenze, di risparmio economico e salvaguardia ambientale.